lunedì 2 dicembre 2013

Machete kills - Robert Rodriguez (2013)

(Id.)

Visto al cinema.

Come già in molti hanno sottolineato, l’idea di una serie di film come Machete è giustissima, un po per Danny Trejo che si merita tutte le limonate che la trama gli concede, un po’ perché una parodia di quel cinema anni ’70 che già si prendeva poco sul serio può essere una gran cosa.
Purtroppo sembra che Rodríguez non sia interessato a fare un buon film. Il primo capitolo (quello raffazzonato sulle immagini presente nel falso trailer) l’ha lasciato a qualcun altro con un risultato al di sotto delle (mie) aspettative; per questo secondo capitolo si mette in campo direttamente, ma solo per ottenere un risultato di molto inferiore.
Certo ha 2.000 idee; caricature di topos anni ’70, mix di trashate e trovate che alzino il limite della decenza e in più ricicla pure qualche cosa dai suoi film precedenti. In tutto questo però ci mette tutta la svogliatezza possibile, accumula dee cazzare senza legarlo, motivarle o farle per bene, ci mette qualche lunga sequenza di spiegazioni enorme e lenta; decide ad un ceto punto che val la pena cambiare genere e ci infila un finale sci-fi tanto pretestuoso quanto assurdo e confeziona un prodotto che quelli della Asylum rifiuterebbero (loro fanno cagate perché i mezzi e/o tempi sono limitati; Rodriguez fa cagate perché è rimasto un ragazzino delle medie che ride quando sente dire la parola “tette”; e i più non c’ha voglia).
Mette insieme una carrellata di personaggi che riduce a soprammobili dando a tutti 3 minuti di scene (i più fortunati hanno pure una battuta) e poi li fa scomparire (qualche volta motivandone la scomparsa).
Vuole fare tutto, ma non vuole impegnarsi, vuole ottenere un film grandioso ma poi anche il CGI che mette in campo è a tirar via (non è che utilizzando effetti speciali squallidi dai l’idea degli anni ’70, ma dai solo un’idea di sciatteria), le scene d’azione… non ne ricordo una meritevole… beh a questo punto fai anche a meno di cominciare a girare.
Che poi quello che più da fastidio è che volendo le basi per ottenere qualcosa c’erano. Il personaggio del camaleonte era buono, l’idea di fare una sorta di “Fuga da New York” in Messico è molto buona, un cast notevole (Mel Gibson! E poi una Lady Gaga che meritava più minutaggio e un Banderas nel suo miglior personaggio da anni a questa parte) e poi Danny Trejo che da solo porta già in un clima anni ‘70 da far paura. Ecco, hai tutto questo e poi decidi di buttarla in caciare perché oggi sei stanco e comunque se dici “tette” poi si ride tutti assieme…

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