(The divorcee)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
La felicità di una coppia viene infranta dal tradimento di lui. I due si parlano, sembrano chiarirsi, lui insiste sul fatto che in fin dei conti quel tradimento non abbia valore. Lei sconfortata, cede e lo tradisce a sua volta... stavolta però il marito non sembra più di così larghe vedute e chiede il divorzio. La donna si trascina cercando conforto in un vecchio amore, ma si farà da parte per non essere lei la causa della fine del matrimonio dell'amico. Happy end finale.
Una commedia romantica; addirittura stucchevole nella parte iniziale che si trasforma poi in un dramma (che in un altro decennio avremmo definito borghese) con spunti di melò piuttosto riusciti. Il finale positivo è, come spesso succede, fuori posto, ma dopotutto, in questo caso, sopportabile.
Quello che risulta più indigesto è piuttosto l'inizio, eccessivamente enfatico verso il lato rosa della vicenda, ma indubbiamente è necessario per creare un contrasto maggiore con l'agnizione della separazione.
Dietro la macchina da presa c'è Leonard, regista che conosco pochissimo, ma di cui penso molto male per quanto concerne il ritmo, ma penso molto bene circa la costruzione di immagini. Se il ritmo qui è adeguato, ma senza sprazzi, e la regia in generale sembra sottostare a questo profilo basso; qualche tocco molto positivo lo si può notare, su tutto la serie di amanti e di avvicinamenti mostrati solo attraverso le mani dei protagonisti.
Buono il cast con una Shearer sempre credibili e che rimane il vero motivo per cui guardare questo film (oltre al gusto di vedere un film sentimentale ancora libero dal codice Hays).
Purtroppo il limite di questo film è proprio la sua intenzione, Vuole essere un dramma intimo su un divorzio e tale rimane, solo la storia di un divorzio; poca empatia, poco allontanamento dal piccolo per poter diventare universale; godibile, ma rimane chiuso in sé stesso.
PS: innegabile non fare il paio fra questo film e il successivo "Donne"... il film di Cukor non è impeccabile, ma innegabilmente riesce molto di più a farsi empatico.
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