(The man who killed Don Quixote)
Visto al cinema.
Un regista deve girare una pubblicità con protagonista Don Chisciotte; per farlo pretende di utilizzare come location la zona della Spagna dove realizzò un suo primo film indipendente 10 anni prima. L'occasione lo portarà a re-incontrare alcune del suo passato che lo porteranno in un viaggio lisergico fra fantasia e realtà.
Come spesso nel cinema di Gilliam l'intera vicenda è la descrizionedi un uomo sospeso fra due mondi, fra quello reale e quello allucinato causato dallo scollamento verso la realtà. Come (un pò meno) spesso nel cinema di Gilliam il film si muove con il passo del road movie, con sequenze slegate che fanno entrare sempre di più nel conflitto visionario fino ad un finale dove niente saarà chiaro prima dello scioglimento vero e proprio.
Come talvolta nel cinema di Gilliam la vicenda appare un patchwork di situazioni, un collage lungo (di minutaggio) e con continue accelerazioni e marce indietro che rendono la vicenda sempre meno appassionante, con in più l'aggravante (in questo caso) di non avere alla base un'idea mai raccontata (almeno con quella forza) come per "Paura e delirio a Las Vegas".
Si, insomma, tecnicamente un film ben realizzato, location fantastiche e un cast perfetto (la regia di Gilliam non discute neppur ein film meno riusciti di questo), eppure non mi è piaciuto...
ma improvvisamente un'epifania, tutto questo l'ho già vissuto la prima volta che vide proprio "Paura e delirio" e solo le visione successive riuscirono a darmi la visione d'insieme, una calvacata folle che nella struttura stessa cercava di ricreare il costante squilibrio dei protagonisti (oltre a un film divertente, profondo e realizzato come pochi altri). il mio dubbio, quindi, è se mi trovo di fronte a un film simile che apprezzerò e capirò a fondo dalle prossime visioni.
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