(Le fantôme de la liberté)
Visto in Dvx.
Film senza una trama, ma con una serie di episodi collegati dai vari protagonisti che si incrociano per poi lasciare spazio ai personaggi dell'episodio successivo.
Una serie di sketch disgiunti uniti dal ritmo della messa in scena, più che dal fluire di una storia; un lavoro simile a "La via lattea" per struttura e, in parte, per intenti (là era la critica alla religione, qui una critica alla società borghese e all'autorità, in parte anche ecclesiale). Ma il vero valore aggiunto è la declinazione dell'intento dissacratorio in chiave ironica che rende tutto meno urlato dal pulpito e più godibile.
Un surreale divertissement ricco di idee e di intuizioni (con altre francamente più scontate) splendidi agganci fra le sequenze. Un divertissement che intrattiene perfettamente più che far ricordare il film in sé (anche se diverse sequenze sono cult e molte sono davvero ben pensate e realizzate).
Il film è infine coronato da una galleria d'attori (usati per lo più in piccole parti) da fare invidia.
Interessante inoltre l'idea che il segmento del killer (che dopo aver ucciso diverse persone ed essere stato condannato, se ne va fra la folla festante) sia l'allegoria della carriera di Buñuel che, dopo aver passato decenni a destrutturare e distruggere, venne coronato da un Oscar.
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