(The Hunger Games: Mockingjay - Part 2)
Visto in DVD.
Il film di chiusura della saga di Katniss conclude il discorso portato avanti negli ultimi due: l'uso delle immagini come fonte di propaganda, la manipolazione del potere e i dubbi morali sull'essere utilizzati o nel sostenere una parte.
Decisamente moderno nel mostrare la morte degli ideali e aggiornato nel mostrare la lotta per ottenere una giustizia personale (non giustizialismo, ma etica) è la derivazione più moderna del supereroe. Unito al fatto che la protagonista è una donna, non forte, non indipendente, ma decisa e autonoma (e la dama da salvare, sempre in pericolo, è un uomo) la cui storia d'amore è la meno convenzionale possibile (un amore hollywoodiano con l'uomo perfetto che viene sorpassato a destra da un amore di comodo che diventa volontà di salvare e vero affetto); l'effetto che ne viene fuori è che ci sit rova davanti al blockbuster più anticonvenzionale di sempre.
Con una messa in scena ormai ben codificata, ma sempre più sporca (salvo che nel finale), pecca in una generale mancanza di idee potenti; ottima la scena della trappola tra gli edifici, ma è poca cosa rispetto a un finale che poteva essere decisamente più maestoso.
Gioca comunque benissimo le sue carte trasformando il capitolo finale di una saga adolescenziale in una discesa all'inferno dove è più facile morire che amare (cit.), con punte da cinema horror vero e proprio nelle fogne. Non delude nel confronto finale fra Katniss e Snow riuscendo a renderlo estremamente breve e cordiale spostando completamente l'attenzione.
E per concludere realizza un finale antieroico come solo Nolan è riuscito a fare, con Batman, nel recente passato.
Complessivamente il più debole dei quattro, ma soffre della sfortuna di essere stato anticipato da ottimi film e, in ogni caso, rimane un buon film e tra i più originali nella sua nicchia.
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