(Maximum overdrive)
Visto in Dvx.
A causa di una cometa (ma quanti casini fanno le comete?!) le macchine della Terra prendono vita e cercano di fare fuori gli esseri umani. Un gruppo di sconosciuti si trova a dover resistere ad un assalto di camion in una stazione di servizio.
C'è stato un tempo, negli anni '80, in cui i regazzini venivano considerati; da una parte Stephen King collaborava per progetti seri nei loro confronti, dall'altra parte Steven Spielberg realizzava i migliori film per ragazzi mai creati e infine, sempre King decise di dare una deriva cretina a tutta l'operazione, la sua comparsata in "Creepshow" e questo film sono le evidenze più eclatanti.
Grazie a Notte horror l'opera prima (e al momento unica) di King come regista è arrivata sulla tv italiana lasciando strascichi, almeno su di me e Tiziano Sclavi (ok, in realtà era di Chiaverotti).
Il ricordo era decisamente positivo... una nuova visione ridimensiona il tutto.
Il film è girato con il pilota automatico e un certo fascino per la cazzoneria e strizzatine d'occhio ai più giovani (su tutto, l'uso ironico degli AC/DC prima ancora della loro musica, usata in modo pervasivo). Gli attori non sembrano impegnati al massmo per portare a casa il risultato e la sceneggiatura, seppur con una certa facilità di movimento, è piuttosto ridicola in diversi dialoghi e nella risoluzione di molte scene e, cosa ancora più importante, non riesce mai a creare paura.
D'altra parte King riesce decisamente meglio a dare vita a immagini che colpiscono (il camion con il volto del Goblin) e situazioni paradossali che, in altri film, sarebbero potute essere qualcosa di grandioso o di disturbante (gli uomini usati dalle macchine per il rifornimento).
Le diverse scene ricche di pathos (la cameriera che grida alle macchine "Perché ci fate questo. Vi abbiamo creato noi!") o di inquietudine (il rifornimento obbligato, la mitragliatrice che comunica con il morse) per un regazzino vengono completamente perse ad una visione adulta, ma credo possano ancora fare la loro figura se viste alla giusta età.
Di fatto, niente più di caro ricordo.
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