lunedì 20 gennaio 2020

Tusk - Kevin Smith (2014)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Due tizi vagamente irritanti (un Justin Long che non vedevo da almeno un decennio e un Joel Osment che... beh non vedevo esattamente dal 1999) hanno un podcast dove commentano le cose stupide dell'interne t e poi vanno a trovare i protagonisti. Andando alla ricerca di un regazzino che si taglia la gamba con la katana Justin Long scopre che è morto (curiosamente non per le ferite riportate); incappa però in un vecchio che ha visto tutto, conosciuto tutti e fatto di tutto che ospita gratis se si è disposti ad ascoltare il suo costante chicchiericcio (un ottimo Parks che gioca a fare il solito Parks). E qui comincia la storia vera fatta di matti, ispettori di polizia buffi, chirurgia sperimentale e trichechi.

Che dire... la storia è una storia poco alla Kevin Smith (grazie a Dio), si ci sono giovani che chiacchierano da giovani in maniera sboccata e autoreferenziale, ma poco, per lo più all'inizio e poi vira verso il grottesco.
La storia però è incredibilmente alla Smith; se pensate che nasce dal podcast che Smith intrattiene realmente commentando le notizie che legge in giro... e se pensate che ha ricamato una storia sulla notizia di uno che ospita gratis se si è disposti a vestirsi da tricheco (era chiaramente una presa in giro) la trama assume connotati talmente autoreferenziali da essere fastidiosa anziché divertente con quel retrogusto di "storia inventata quando si è ubriachi che fa riderissimo però già il giorno dopo non fa più ridere nessuno".

Il risultato finale è un film che vorrebbe essere horror (genere che Smith non padroneggia, ma  titilla da "Red state" che non ho visto) cercando la tensione e il twist plot... almeno fino a metà film, poi saltano i pochi freni messi al grottesco (che pure c'era e tendeva più a portare fuori mood che ha caricarlo), mette in mezzo il tricheco vessato e l'ispettore macchiettistico (obiettivamente divertente e con un Johnny Depp libero di fare faccette che sembra finalmente in parte dopo molto tempo) e sbraga nella commedia demenziale.
Un film che intrattiene senza colpo ferire, ma segue due strade divergenti alternandole non riuscendo a ottenere nulla e rimanendo nell'insignificanza (o al massimo al piccolo cult da vedere con gli amici facendosi uno shot per ogni fuck che viene detto).
Postilla finale Smith, nei titoli di coda Smith commenta le scene più emotive prendendole per il culo... perché Smith?

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