(mother!)
Visto in tv.
Una coppia (con una buona differenza d'età) abita nella ristrutturata casa di lui (ma è stata lei ha rimetterla a nuovo dopo un incendio). Lui è uno scrittore e viene visitato da un uomo che si insedia a casa loro rivelandosi un fan, dopo di lui arriverà la moglie i due figli fino a un'invasione di amici e parenti che si concluderà con uno scontro e del sesso riparatore. Lei rimane incinta.
Lui scriverà una nuova opera che porterà nuova fortuna e una nuova home invasion da parte di centinaia di fan proprio verso il nono mese di gravidanza.
Film allegorico di Aronofsky, così ricco di rimandi, situazioni paradossali, un finale estremo e riferimenti biblici da renderne la comprensione al di là delle umane capacità. Col senno di poi, leggendone, il significato appare lampante, ma durante la visione si viene catturati da altro.
La prima parte è un thriller surreale perfetto, un home invasion atipico e particolarissimo che, con una degna conclusione, potrebbe resistere come film a parte. forte di un gusto per il perturbante che è la vera dote del regista (mettere i personaggi in situazioni insopportabili e far provare lo stesso fastidio allo spettatore) e un cast ottimo che si avvale della migliore Pfeiffer che abbia visto da anni.
La seconda parte invece è una folle cavalcata nel caso. Partendo sempre da una situazione paradossale, ma quasi realistica diventa una carrellata di atrocità vagamente collegate fra loro, fino al picco del post partum. Ecco qui il film si perde maggiormente, volendo mostrare moltissimo in poco tempo il film non riesce a stare dietro alle sue stesse intenzioni e depotenzia scena dal possibile effetto esplosivo (nulla paragonabile a quella finale che riesce quasi alla perfezione... quasi); se lo si prende solo come il tentativo di rendere per immagine il caso il risultato è vincente.
Chiaro però che non è quello l'intento di Aronofsky.
Le due parti del film poi dialogano solo nell'idea allegorica complessiva che, se sfugge, rende il film un collage mal realizzato.
Il film non può dirsi completamente riuscito, troppo pretenzioso e arrogante (in senso quasi positivo), ma se fallisce (e direi di si), fallisce in maniera meravigliosa e disturbante.
Nessun commento:
Posta un commento