(Silver Linings Playbook)
Visto su Netflix.
Il caso cinematografico del suo anno è in realtà una commedia romantica che si inserisce nella nicchia dei film sulla seconda possibilità nella vita. Si concede una buona struttura, lievemente più da outsider della media (c'è dei mezzo la malattia mentale, che rappresenta sempre l'estremità del fuori dal coro positivo negli USA), ma di fatto non inventa nulla.
La sceneggiatura indugia molto sui topos della malattia mentale vista dagli americani con i protagonisti che sono più che altro dei dolci ingenui che non sanno mentire e sono, per tutto questo, vessati dalla vita. C'è umn piano di riscatto che è tra il folle e il velleitario e c'è ovviamente la riunificazione della famiglia nel finale.
Ecco se dovessi fermarmi qua darei l'impressione, sbagliata, che il film non mi sia piaciuto... invece...
Il film riesce a vincere e convincere grazie all'uso perfetto degli attori.
La vera capacità di Russell sembra proprio quella di tirare fuori il meglio da tutti arrivando addirittura a far recitare di nuovo Robert De Niro che era in stand by da anni (sul serio, questa è la sua miglior interpretazione del ventennio ed è un piacere vederlo in scena). Tira fuori da Cooper quello che serve per portare avanti la storia (faccia ingenua, occhi sgranati, sorriso semplice) e lavora di fino con la Lawrence che riesce a trasmettere al suo personaggio la frustrazione di un vissuto che prima di essere raccontato è mostrato.
Con questa capacità del cast la storia diventa tollerabile e anzi, si riesce a empatizzare con loro fino al prevedibile (ma accettabilissimo, date le premesse) finale.
PS: non ho neppure riconosciuto Chris Tucker in una particina secondaria e solo ora mi rendo conto che era "Rush hour" che non avevo sue notizie.
2 commenti:
Non ci posso credere che questo blog sta ancora andando avanti
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