lunedì 6 aprile 2020

Répertoire des villes disparues - Denis Côté (2019)

(Id. AKA Ghost town anthology)

Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.

In Canada i morti tornano nelle città che li hanno ospitati da vivi. Non fanno nulla, non sono aggressivi, né richiestivi, rimangono immobili all'esterno (al massimo ti fissano a lungo con sicumera). In una piccola cittadina dove è appena morto un ragazzo (forse incidente d'auto, probabilmente suicidio) le cose si muovono più lentamente, finché l'immobile invasione non arriverà a tutti producendo... sostanzialmente nulla, giusto la levitazione di una concittadina non troppo sveglia.

Film inclassificabile (non è un horror o un thriller, potrebbe essere un dramma se solo succedesse qualcosa)  che vorrebbe dire moltissimo (immagino) senza far succedere nulla.
la prima metà del film presenta una serie di personaggi della cittadina, delineati quasi tutti bene e con questioni irrisolte o volontà granitiche che fanno presagire uno showdown drammatico. L'arrivo dei morti si mostra subito distante dall'horror e vicino al dramma con spunto fantasy, ma, semplicemente, non succede nulla. L'arrivo dei morti causano soltanto la fuga di due personaggi (una fuga quasi senza effetti) la rinuncia ad una casa (ma che non è l'ultimo gesto di una profonda agnizione psicologica, semplicemente c'è un morto dentro la casa abbandonata e non la si vuol più comprare) e un personaggio che levita senza motivo (citazione di "Teorema", il film di Pasolini però ha costruito per tutto il suo minutaggio l'aura surreale che porta a quella levitazione qui invece succede all'improvviso e senza costrutto reale).
Sembra che ci sia stata l'idea di far succedere qualcosa di improbabile senza poi avere la minima idea di come far proseguire la vicenda. Imbarazzante.

PS: peccato perché la fotografia sgranata e l'ambientazione sarebbero stati il perfetto compendio per una storia realistica di gelo e solitudine.


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