(La vie est un roman)
Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.
Un enorme edifico nella campagna francese è teatro di tre eventi in tre momenti storici differenti:
1) a inizio '900 la sua pianificazione e costruzione ad opera di un immigrato abbiente che perderà tutto durante la prima guerra mondiale e inviterà amici e conoscenti a un'ultima esperienza collettiva.
2) un simposio sulla scuola organizzato in quello che ai giorni nostri è divenuto un collegio. Il simposio è l'occasione per allacciare o interrompere relazioni amorose.
3) un'epoca non chiara, una sorta di distopia antica o un ambiente fiabesco dove le vicende di un reame (per lo più cantate) si inseriscono nelle vicende ambientate nell'attualità.
Resnais prova l'estremo del suo cinema in una commedia dove cerca, nello stesso tempo, nuove soluzioni. Piani temporali che si intersecano (non solo nel fluire della trama, ma con dettagli che passano da un'ambientazione all'altra), parti cantate, contrappunti musicali non diegetici, personaggi sopra le righe, rapporti amorosi complicati.
Prova a fare di tutto e nella parte iniziale sembra quasi riuscire a portare a casa il risultato; ma a mano a mano che il film avanza mostra il suo difetto principale: la scrittura.
Inutili tutti gli sforzi se le vicende narrate sono inutilmente impalpabili (quella ambientata nel passato dove, di fatto, c'è un presupposto senza esposizione), contrappunti senza una trama degna di questo nome (il futuro fiabesco), e motivazioni stupide, personaggi macchiettistici senza archi narrativi chiari che non siano rappresentati da azioni impulsive senza background (il presente).
Uno sforzo e uno sfoggio di idee (non tutte buone a dire la verità) obiettivamente sprecato, specie per un genere, quello della commedia, che impiegherà anni a raggiungere certi lievelli di complessità...
Mi sembra quasi che fuori dal dramma (magari romantico) Resnais annaspi.
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