giovedì 20 agosto 2020

Personal shopper - Olivier Assayas (2016)

(Id.)

Visto su Amzon prime.

La personal shopper di una modella ha appena perduto il fratello, essendo entrambi (la personal shopper e il fratello) due medium, cerca tracce del fratello nella vecchia casa abitata da lui; nel frattempo rimarrà invischiata in un problema di stalking e un omicidio.

Assayas costruisce un film sulla solitudine (forse più sull'isolamento) con gli stilemi di generi considerati meno nobili, l'horror (prima) e il thriller/giallo poi.
L'effetto finale è straniante e funzionale a momenti.
Il film è il lento mostrarsi della vita della protagonista, in contatto diretto solo con l'ex cognata (che a un certo punto del film la avvertirà di un suo inevitabile allontanarsi avendo conosciuto un altro uomo); con ogni altor essere umano il contatto è interposto (con la tecnologia per il fidanzato e la modella, o attraverso il soprannaturale).
L'dea di fondo (tutto fuorché originale) è interessante, la scelta della Stewart adatta (bella, ma sbattuta, algida, ma sofferente) e il lento muoversi fra i piccoli momenti di una vita normale, ma straordinaria insieme (in senso letterale, più che il metafisico è il tipo di lavoro a renderla strana) e la continua necessità di contatti con altre persone eternamente frustrati (il fratello morto, gli incontri all'hotel dove si ritrova da sola, il viaggio in Oman con il fidanzato eternamente rimandato, l'impossibilità d'incontrare la modella, ecc...) creano un insieme straniante, che avvince pur non facendo succedere molto e tiene legato lo spettatore fino al finale aperto(?) che riesce con pochissimo a dire moltissimo.
Il problema però è proprio l'uso dei generi per arrivare a tutto questo. L'horror e il giallo sono pretestuosi, utilizzati poco e male da parte di qualcuno a cui, evidentemente, non interessano davvero. Il giallo durerà circa 15-20 minuti i tutto senza riuscire mai ad avere un senso suo; l'horror invece è utilizzato (o suggerito) molto di più, ma nell'unica sequenza francamente di genere è gestito in maniera ridicola con effetti speciali (non necessari) bruttissimi e una totale mancanza di empatia.

nessuno ha obbligato Assayas utilizzare dei generi per dire qualcosa, il film poteva essere fatto senza fingere di sfruttare altri stilemi (e probabilmente avrebbe funzionato molto di più), ma se proprio vuoi utilizzarli, almeno studia l'argomento e usali bene.

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