Visto su Cineteca Milano.
Chomette volle realizzare un cortometraggio di cinema puro, antinarrativo, doveva avere la bellezza data dalle tecniche cinematografiche e nient'altro.
Idea non nuova che ho trovato particolarmente buffa proprio per questo. Chamotte sembra voler fare un manifesto di cinema puro, ma viene dopo "Entr'acte", "Balletto meccanico", le opere di Ruttmann e quasi qualunque cosa di Vertov (film usciti sia prima di questo corto sia dopo).
Detto ciò, il corto di Chomette, è un susseguirsi di immagini di cristalli che sembrano danzare fra loro, frammentandosi, creando figure, unendosi in strutture geometriche; si passa poi alla natura con una transizione, un grappolo d'uva (al contrario) che diventa un grappolo di acini di cristallo; infine vi sono immagini naturali (un bosco e un mare con gli scogli) in negativo.
L'effetto finale è indubbiamente buono, il video è breve, ha ritmo e un colpo d'occhio quasi sempre azzeccato (ottima l'immagine delle onde del mare in negativo), ma bisogna ammettere che come inventiva ne ha meno degli illustri colleghi. La gran parte delle idee si limitano a sovrimpressioni e il già citato negativo delle immagini, nella prima metà (quella dei cristalli) anche giochi di montaggio per le costruzioni delle figure.
Nell'insieme piacevole, am decisamente poco inventivo (anche per l'epoca), probabilmente più importante dal punto di vista "politico" come presa di posizione (anche se il cinema antinarrativo era già stato messo nei manifesti dada e cubista...).
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