(Id.)
Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.
Un gruppo di amici del proletariato di Dublino mettono su una band, decidono di fare cover di canzoni soul; prenderanno amici e conoscenti e riusciranno ad avere un piccolo seguito locale cercando di fare il grande salto...
Alan Parker è un regista versatile, che si concentra sui personaggi più che sul contorno indipendentemente dal genere. Qui non si fa eccezione; la storia di una band con molte buone intenzioni, ma realizzazione minore è tutta un gioco di relazioni; è l'insieme di desideri, di velleità e di intenzioni a partire da un substrato sociale ben definito con molti limiti e che vede in un progetto campano per aria un modo per prendere ossigeno.
Ma non c'è vittimismo o delusione nel finale, il tutto è toccato da una vena ironica che trasforma un potenziale dramma in una commedia musicale godibilissima e in cui l'incredibile ottimismo e vitalità del protagonista trasforma il finale agrodolce in una vittoria morale.
La macchina da presa non fa scelte estetiche devastanti, ma riesce a gestire in maniera chiara un cast corale e permette di realizzare molti numeri musicali (ci sono diverse canzoni mostrate per intero durante i concerti) sono suonate benissimo e gestite in maniera impeccabile tanto da risultare parte fondamentale del film e non una pausa nel ritmo complessivo.
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