(Pet Sematary II)
Visto su Netflix.
Contro ogni pronostico (che avrei fatto io), il primo "Cimitero vivente" non fu un fiasco tale da fargli meritare l'oblio, ma venne premiato con un sequel.
La sceneggiatura venne affidata a tale Outten, medio mestierante che su imdb ha circa 5-6 credit, ma pare ne abbia diversi mai prodotti (un seguito de "I Goonies" che periodicamente viene riproposto) e alcuni non accreditati ("Gremlins 2"). Se si vede cosa ha realzizato e cosa avrebbe realizzato è ecvidente il cambio di rotta impostato, da un horror duro e puro (almeno nelle intenzionj) scritto da King, si preferisce il più vendibile prodotto d'orrore per regazzini (genere fiorito negli '80s).
Il cambio di marcia è evidentissimo; il protagonista è un teenager medio con i problemi connessi (bulli, difficoltà di inserimento, accettazione da parte di altri outsiders) Viene eliminata la parte più dura (il bambino assassino) e quella più macabra (il fantasma del morto che torna), rimane l'idea di fondo 8ci mancherebbe), ma viene declinata con una vena ironica con punte demenziali (il redivivo patrigno dell'amico è caricaturale sia prima che post mortem).
Se personalmente ho sempre apprezzato l'idea di dedicare a bambini e ragazzi film di ogni genere, horror compreso (che sono, d'altra parte, spina dorsale dei racconti americani anche televisivi), bisogna anche accettare il fatto che farlo male è una colpa più grande che non farlo proprio.
Fastidioso nello svolgimento, con punte di idiozia, sorretto da un cast non all'altezza e gestito nella cabina di regia dalla stessa Lambert del primo film, se la gioca per decidere chi sia il peggiore. Forse, data la minor serietà, il target diminuito e i nomi in gioco meno altisonanti questo numero due potrebbe vincere ai punti contro il predecessore.
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