mercoledì 3 febbraio 2021

The believer - Henry Bean (2001)

 (Id.)

Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.

Un naziskin americano preso dalla strada (ma con il dono della retorica) diventa portavoce di una versione ripulita del neonazismo politico che cerca di trovare finanziatori. Il ragazzo nasconde però il fatto di essere ebreo...

Film che all'epoca dell'uscita mi aveva incuriosito per l'ossimoro di nazi skin ebreo, all'epoca non lo recuperai (era una curiosità più che vero interesse), lo ritrovo incidentalmente su MUBI e dopo averlo visto non posso che non rammaricarmi per averlo perso all'epoca... non è un buon film.

Alla regia per la prima volta Bean, di professione sceneggiatore e si vede. Il film ha la propria ossatura sui lunghi monologhi del protagonista, le sue dissertazioni su antisemitismo e suprematismo bianco sono l'epicentro della vicenda e sono effettivamente la cosa più riuscita. Curioso come al di là delle singole scene l'intera vicenda sia scontata (il giovane ebreo che per problemi di relaizone e istinti autodistruttivi diventa naziskin... davvero c'è ancora bisogno di psicanalisi all'acqua di rose?), caotica (se l'intento del protagonista è quasi chiaro, il modo per arrivarci, nonché tutte le sue scelte sul finale sono francamente poco ragionevoli), al di là di ogni logica (la conversione della Phoenix è una delle decisioni più pretestuose della storia del cinema) e con picchi che oggi noi giovani definiremmo cringe (il bacio dopo il vomito...). 

Curioso, dicevo, come al di là di alcuni acuti, il film sembri girare a vuoto riempiendo di azione la mancanza di idee chiare negli snodi chiave; la regia decisa da uno sceneggiatore poi non supporta nè scelte estetiche particolari, né un ritmo già azzoppato.

C'è però un Ryan Gosling giovanissimo e già bravo e una Summer Phoenix che si fa ricordare.



Nessun commento: