mercoledì 17 marzo 2021

Scene da un matrimonio - Ingmar Bergman (1974)

 (Scener ur ett äktenskap)

Visto su Mubi, in lingua originale sottotitolato.

Un decennio nella vita di una coppia, l'amore fra i due, l'apparente benessere, lo sviluppo dle rapporto, il distacco, il disprezzo, la violenza, il divorzio, il riavvicinamento.

Un film fiume che da solo rappresenta alcuni dei tratti fondamentali di Bergman:

Come sempre Bergman mette in scena un'esposizione di anime (perse); e come spesso il tardo Bergman mette in scena uno scontro, un gioco al massacro fra anime.

Continua anche ola ricerca della demistificaizone delle peculiarità borghesi e ci gode a mettere in scena la rete di sentimenti che aggroviglia e complica la vita di una coppia normale, addirittura felice (!), ama ravanare nella palude di frasi trattenute e sentimenti inconfessati e lavora di fino sui dialoghi lunghissimi.

La struttura del film è tutta concentrata sui suoi due co-protagonisti. Salvo l'incipit (con una coppia dia mici) tutto il minutaggio e organizzato come una serie di showdown fra i due coniugi in ambienti chiusi e familiari, da soli, senza l'intromissione di nessuno.

L'effetto finale raggiungi grandi momenti quando segue il climax classico, all'aumento dell'emotività dei personaggi aumenta il godimento dello spettatore, ma nell'insieme il film soffre del difetto principale di Bergman: la verbosità. Da sempre il regista svedese si concentra sui dialoghi per dire tutto, ma la regia glaciale è sempre stata all'altezza del compito di snellire il flusso di coscienza, di non impaludare il ritmo in conversazioni da camera; qui, complice la scarnificazione della messa in scena o il minutaggio, l'effetto snellente è diminuito, quasi assente. A fronte di un incipit ottimo e un finale "a sorpresa" nel mezzo c'è di tutto di buono, ma molto di noioso.

2 commenti:

Lory ha detto...

Ho appena visto "Il posto delle fragole" e "Fanny e Alexander", e ho da vedere "Il settimo sigillo". Volevo recuperare qualcosa di Bergman da sempre trascurato.
Questo non saprei, la tua recensione non mi invoglia moltissimo....
Hai visto altro di Bergman che ti è piaciuto?

Lakehurst ha detto...

Probabilmente quasi qualunque suo filma partire dalla seconda metà degli anni '50 fino a tutti i '60 è meritevole. Sicuramente sono fondamentali quelli della trilogia sul silenzio di Dio, La fontana della vergine e Il settimo sigillo (questi ultimi due strafamosi e sono pure dei cult personali). Poi mi hanno colpito particolarmente, Sussurri e grida, Il silenzio e in parte Sinfonia d'autunno e L'ora del lupo; ma qui si va proprio sulla preferenza personale.
E no, Scene da un matrimonio non lo vedrei tra i primi film per conoscere Bergman.