(Invaders from Mars)
Visto in Dvx.
Gli alieni si incuneano in un campo di sabbia e li rapiscono gli uomini ad uno ad uno li rendono schiavi e tentano di distruggere un nuovo tipo di razzo che gli americani hanno progettato.
Di primo acchito il film sembra proprio uno di quei bei film di fantascienza densa degli anni ’50, con la famigliola felice, marziani verdi che sembrano personaggi di un video dei Daft Punk (al momento li voto come i peggiori alieni della storia del cinema), dischi volanti dai poteri superganzi, scienziati in camice che spostano liquidi da una provetta ad un’altra…
però poi il film si affossa nel tedio di ogni film di serie B senza ritmo. I personaggi dalle facce impassibili e dalla recitazione ridicola, una trama che non si muove di un millimetro per 80 minuti su 90 e in cui gli alieni sono dei ragazzoni grandi e grossi in velluto verde che fanno tenerezza (anche se la “pura intelligenza” m’è parsa un’idea carina).
La trama però regala alcune inaspettate perle di ingenuità anni ’50; come quando la dottoressa crede alla folle storia di alieni insabbiati del bambino perché “è un ragazzo troppo serio non può inventarsi storie” oppure il grande astrofisico che spiega perché ci può essere vita sugli altri pianeti e mostra un quadro dicendo “ecco come un nostro artista ha concepito un paesaggio di marte” e la dottoressa guardando il disegno”allora deve esserci atmosfera!”.
2 commenti:
Non è proprio il mio genere.. la fantascienza di quel periodo l'ho sperimentata un paio di volte ma, a parte qualche raro capolavoro, il resto è noia!
no, questo proprio non è del genere capolavoro anzi... concedo senza alcun dubbio che la sci-fi di serie B degli anni '50 è decisamente di tendenza noiosa, ma io ne adoro l'ingenuità e le idee di messa in scena sempre low budget e sempre tenere (più che non spaventose). in tal senso, questo film è un esempio perfetto (difetti compresi)
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