lunedì 23 luglio 2012

Mare dentro - Alejandro Amenábar (2004)

(Mar adentro)

Visto in DVD.

Storia.
Diciamolo subiti che il film parteggia per l’eutanasia, ma tenta e (in minima parte) riesce a darne una visione multipla e sfaccettata con diversi punti d vista. Ma decisamente non è questa la parte affascinante della storia. La componente davvero avvincente è il balletto di personaggi che girano attorno al protagonista e come gli altri reagiscano alla decisione (e alla pervicacia) di Bardem. Il film si dilunga spesso sul passato del protagonista e sulla sua condizione attuale, ma ciò che vince sono le relazioni complesse che ha con i comprimari, la ragnatela di sentimenti contrastanti che crea e il modo che ha ognuno di assecondarlo o aiutarlo.

Detto ciò Amenábar costruisce un film abbastanza dinamico su di un personaggio centrale incapace di muoversi, ma con la regia ne rende bene il senso complessivo di vivacità, quantomeno interiore. Le scene sono sempre ben curate e pulite e la macchina da presa di prende la briga di muoversi senza doversi giustificare sempre.

Complessivamente un film scontato a priori sullo svolgimento che prenderà, ma pieno di spunti e motivi di interesse. Non da ultima l’interpretazione tutta sorrisi e smorfie di Bardem.

2 commenti:

Ismaele ha detto...

ingeneroso quel "un film scontato a priori", ma Amenabar e Bardem ne fanno un film indimemticabile:)

Lakehurst ha detto...

beh, non si può negare che questo sia un film a tema, e come tale già si sa dove voglia andare a parare fin dall'inizio. In genere io odio i film a tema per questo; ma è innegabile che Badem (soprattutto), Amenabar e ci metterei pureMateo Gil (il fido sceneggiatore di Amenabar), riescono a tirarne fuori una storia di repsiro ampissimo che si mangia completamente il tema principale in favore dei personaggi e dei sentimenti che devono esprimere.
Ti dico, il fatto che sia scontato a priori, ma ne esca così bene, è un elogio che vale doppio.