Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Una coppia di amici circuiscono
una ragazza per farsi aiutare a rubare nella casa di sua zia. Il film si dipana fra corsi di lingua, chiacchierate
in macchina, bevute in un caffè e progetti rapinosi fino al colpo finale.
Se Godard affascina con la regia
(un po’ tutti i cinefili), ma annoia a morte con il film in toto (questo vale
solo per me), quest’opera è un’ottima via di mezzo.
La regia fascinosa si spacca; una
rigida macchina da presa che un giorno sarà tarantiniana segue i ragazzi negli
esterni; una macchina da presa mobile e folle come in Fino all'ultimo respiro
(ma con più coscienza degli spazi) gestisce gli interni della casa. Al solito
la regia gratifica sempre.
La trama di per se semplice e
smorta è comunque una delle più ingenuamente carine di Godard, ma quello che
vince è il tono. Il film è un’evidente presa in giro del noir che oggi diremmo
classico, del noir americano (e molto meno del polar), con una voice off che
vorrebbe essere profonda, ma si riduce ad essere superficiale; con un andamento
della storia che continua bloccarsi in
tempi morti cretini, ma affascinanti (il ballo nel caffè è giustamente famoso
quanto la corsa nel Louvre); ed il finale è il coronamento perfetto, seppure un
poco eccessivo, di un film farsa.
Per carità i tempi morti “alla
francese” ci sono comunque, soprattutto all’inizio, tuttavia è uno dei film di
Godard che più ho apprezzato (e sopportato).
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