Visto in tv.
I due più grandi campioni di
pattinaggio del mondo sono entrambi statunitensi, ma sono esattamente agli
antipodi, uno calmo e molto tecnico, l’altro selvaggio creativo e dipendente da
sesso. Verranno ostracizzato dalle gare di singolo maschile a causa della loro
rivalità, ma non riuscendo a reinserirsi nel mondo riproveranno ad entrare
nell'ambiente sportivo nella disciplina a coppie, gareggiando insieme.
Will Ferrel ha una comicità
estremamente anni zero, che è un po’ quella di Ben Stiller o di Judd Apatow,
quella di far ridere per il contesto e non per una battuta, una scena di un suo
film, messa fuori contesto è assolutamente insignificante, messa nel posto
giusto può essere vincente. Ma se Ben Stiller è il più raffinato in questa
disciplina, Will Ferrel ne è la versione demenziale. La comicità è sempre
quella, ma il contesto è estremizzato, i suoi personaggi sono macchiette
viventi (sono dei ritardati al pari di quelli di Ben Stiller, ma estremamente
più stupidi), le storie sono pura scusante (di fatto il filone sportivo di
nicchia è un cliché già affrotnato in “Talladega nights”) e l’intero
mondo attorno a loro è molto più demenziale, più estremizzato ed esteticamente
più kitsch.
Questo film non esula dall'idea
di base e di fatto rappresenta un esemplare classico di Will Ferrel; senza
un’idea particolare, sempre con il solito concetto di fondo dell’amicizia
virile (fino a un certo punto) che nasce nelle necessità si muove col pilota
automatico azzeccando alcuni momenti e diventando un ottimo film medio (del
filone demenziale eh, non va dimenticato). Niente di più.
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