Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un uomo si sveglia dopo aver sognato di un incidente d'auto, mettendosi in macchina scopre che il sogno è realmente avvenuto, ma a guidare era una donna con una diagnosi di sonnambulismo. L'evento si ripete ed i due saranno costretti a provvedere insieme a questa unione che avviene in sogno.
Dream è ormai nella seconda
carriera di Kim Ki Duk, un film estetizzante al massimo che si concede con
favore verso l’esotismo da festival con slanci di indubbia poesia e ha perso la
gran parte della sua cattiveria iniziale. La cosa può piacere o meno di per se
(personalmente la apprezzo abbastanza), ma in questo caso è proprio usata
male.
La storia punta sulla poesia del
legame spirituale, ma lo fa in maniera goffa, semplicistica e francamente oltre
l’accettabile (voto questo film come il salto dello squalo di Kim Ki Duk) con
la condivisione del sogno che porta alla morte. E persa la credibilità della
componente poetica (o peggio rendendo ridicola la poesia che doveva condurre
tutto il film) è perso tutto. L’estetica è splendida, ma se non è utile a
supportare qualcos'altro rimane une esercizio di stile vuoto.
Un film gradevole… gradevolmente
inutile.
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