(The big Lebowski)
Visto in dvd.
La complicata storia di un hippy invecchiato degli anni '90 che cerca di recuperare il tappeto rovinato per uno scambio di persona, tra una partita e l'altra di un torneo di bowling. Andare più nel dettaglio di così è un suicidio.
I Coen realizzano quasi sempre film noir, talvolta in maniera dichiarata, talvolta invece più cammuffati come in questo caso; quando poi il film non è noir ha comunque il caso (o se vogliamo il destino) come motore immobile della vicenda esattamente come nei noir classici.
In questo caso la struttura noir è evidentissima, scambi di persona, rapimenti, inganni a catena, donne fatali, ricchi sulfurei e l'impossibilità di amare con una facilità imbarazzante nel morire (quest'ultima definizione sembra essere presa in giro in maniera evidente durante il film).
Su questo viene costruito uno dei personaggi più semplici, ma geniali, della storia del cinema (certamente il vero personaggio degli anni '90); una gallerie di comprimari che avrebbero meritato, ognuno, un film a sè (dove su tutti troneggia un John Goodman mai più così ben utilizzato) interpretato da quella che è la più densa gallerie di facce da caratteristi indi del cinema.
Un film dove la trama è assente (per il suo essere noir) e quello che conta è porprio la gallerie di fatti e persone che vengono mostrate; e in tutto questo riesce a far ridere in molti momenti e vira nel drammatico (e nell'autoanalisi) per alcuni minuti complessivi, senza ammazzare mai il ritmo.
Vi sono inoltre due famose scene oniriche; la seconda delle quali è una gustosa riproposizione di tutti gli elementi fondamentali del film in chiave musical della warner.
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