(Au revoir les enfants)
Visto ad un cineforum.
Tratto da un episodio autobiografico si vede la vita di alcuni ragazzi dentro un collegio cristiano tenuto da frati durante l'occupazione nazista della Francia (beh, qui si vede bene anche il lavoro di collaborazione della Francia di Pétain). Il film si muove attorno all'arrivo di un nuovo ragazzo leggermente diverso dagli altri, SPOILER ALERT che si scoprirà essere un ebreo nascosto con la connivenza di tutti gli insegnanti.
Il cinema della Shoah è uno dei generi peggiore, sempre uguale a sé stesso, con una serie di luoghi comuni sempre, pedissequamente, disposti, sempre arroganti nel mostrare la bontà delle vittime e la cecità dei carnefici; per questo film come "Schindler's list" o "Adam resurrected" (ma anche, parzialmente, "The reader") sono molto più interessanti della media del genere, perché partono da altri punti di vista e perseguono altri obiettivi; ecco perché film come "La vita è bella" o "Train de vie" sono così godibili, perché parlano delle stesse cose con un tono, finalmente, diverso. Detto ciò il cinema della Shoah è il migliore per vincere premi e prendere soldi, quindi temo che avrà ancora una lunga vita senza modificazioni di sorta.
Detto ciò questo "Arrivederci ragazzi" è un film sulla Shoah che parla di ciò che succedeva in Germania cambiando prospettiva; mostra le persecuzioni nei confronti degli ebrei attraverso la lente deformante di un collegio cristiano, un microcosmo chiuso, separato dal mondo in cui il nazismo è qualcosa di distante e in cui l'ebraismo è un mondo sconosciuto. Muovendosi come un film di ragazzi (e in questo riesce benissimo, mostrando il rapporto fra i due protagonisti che, senza scene madri enfatiche, si modifica dalla diffidenza iniziale a qualcosa di molto simile all'amicizia) e come un mediocre film di collegio, mostra l'impatto della Storia sulle vite quotidiane di personaggi inconsapevoli.
Non un capolavoro, ma, finalmente, un punto di vista diverso dal solito.
PS: inutile dire che il finale, nella sua semplicità (e pur essendo una concessione all'enfasi) riesce a ottenere lo scopo di commuovere.
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