(Id.)
Visto in Dvx.
la storia di Anna Karenina è più o meno nota... comunque; una brava madre di famiglia russa si innamora di un giovine militare, si fanno duro, poi il marito di lei lo scopre, solo che (per amor di figlia e perché è un santo e per evitare uno scandalo) lui ci passa sopra, lei è scossa per il senso di colpa e perché il nuovo amore finisce rapidamente... e pure lei finisce rapidamente.
Anche qui un film muscolare dal punto di vista della regia. Wright sa che tutti quello che guardano il film sanno come finisce, quindi anziché girarci intorno e fare finta che sia un colpo di scena, trasforma lo spoiler in un punto di forza; prende il treno e lo usa come un'immagine che perseguita la protagonista fin dall'inizio (visivamente e a livello uditivo).
L'altra idea (più folle e immotivata) è di ambientare quasi tutto dentro un teatro (tra cui il ballo! la pista di pattinaggio!! e la corsa dei cavalli con relativo incidente!!!) con fondali dipinti, scenografie mobili, comparse che interpretano più parti cambiandosi di vestito in scena, trucchi teatrali mostrati e sfruttati (come i camminamenti al piano superiore usati come fossero le stanze di una casa) e l'occhio di bue a sottolineare i personaggi. Il senso non è diretto, ma rende più rapide le scene, può dare libero sfogo ai suoi amati piani sequenza e per dare un risalto pazzesco alle scene in esterni (oltre al fatto che realizzato così è figo).
Il ritmo, come dicevo, è sostenutissimo e da il meglio di sé nelle danze (quelle vere, come il valzer
rielaborato come un ballo di mani, o quelle improprie, come la vestizione dell’incipit
o i burocrati che timbrano fogli), eppoi c’è il solito uso grandioso dei suoni come mezzo
principe per veicolare concetti (il suono del treno) o per creare l’atmosfera
(le musiche fatte con i suoni del lavoro).
Oltre a tutto ciò c'è una sequela di scelte estetiche enorme, dai colori all'immobilità delle comparse in certe scene, il gioco con i cubi con le lettere.
Probabilmente l'adattamento migliore di sempre del romanzo di Tolstoj.
PS: c'è un personaggio che è uguale a Nero.
PPS: l'ho già detto che ha immagini bellissime?
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