Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un anatomopatologo studia gli esiti della paura negli esseri umani e nota che, in tutti coloro che ne muoiono, si possono riscontrare le vertebre cervicali fratturate. Ipotizza quindi che la paura, se non espressa urlando, si concretizzi in una creatura che causa la morte dell'individuo. Per un caso fortuito (...fino a un certo punto) si troverà per le mani il cadavere di una sordomuta morta di paura; ne estrarrà la creatura già battezzata tingler (non so la traduzione italiana), una specie di millepiedi dalla forza enorme, che fuggirà e creerà il panico in una sala cinematografica.
Diciamo subito le cose come stanno: non c'è nessun mostro di sangue in questo film.
Detto ciò siamo davanti a un horror con il presupposto più folle e naif che ricordi; ma fa specie che questo presupposto non sia neppure la cosa più assurda del film. Più assurdo è il rapporto patologico fra Vincent Price e la moglie (che sfrutta per un esperimento sulla paura fingendo di volerla uccidere... e il giorno dopo sembra non essere successo niente) o il modo in cui il padrone del cinema prende la notizia della morte della moglie. In ogni caso l'assurdità è tutta nella trama... Ma il nocciolo del film non è lì...
Castle, il regista fece approntare in molti cinema USA delle sedie con un impianto per dare una piccola scarica elettrica (chi ha detto "Matinee"?) da utilizzare nel finale, dove la creatura entra in un cinema a seminare il panico e in cui c'è l'apice del metacinema anni '50 (per quello che mi riguarda), con la pellicola che sembra distruggersi, l'ombra del tingler che passa sullo schermo (muovendosi al ritmo della musica del film muto proiettato nel cinema), una voce che invita tutti gli spettatori a gridare per non venire uccisi.... poi avverte che il tingler è stordito e possono ricominciare la proiezione (e il film riparte dal momento in cui la pellicola si era rotta). Pare evidente che l'intero film sia stato ideato per quest'unica scena, non mi è dato sapere se abbia avuto il successo sperato, ma lo sforzo produttivo per realizzare qualcosa del genere supera di gran lunga la cazzaraggine che ci è voluta per pensarla. Anche perché mi pare difficile riuscire a raggiungere un tale livello di sovrapposizione fra filme realtà, dove la stessa paura che provano gli spettatori finti dovrebbe essere quella degli spettatori veri... in definitiva un applauso.
C'è anche un altro (famoso) dettaglio che Castle utilizzò per colpire il pubblico. In un'unica sequenza un rubinetto butta sangue al poste dell'acqua e una vasca da bagno è pieno del liquido rosso. In un film in bianco e nero, quel sangue è l'unico dettaglio colorato, con un effetto decisamente efficace, soprattutto alla fine di una lunga (e ridicola) sequenza di "paura" totalmente senza suoni (effettivamente mal fatta, ma di una ingenuità molto divertente). L'effetto del colore dà una punta di surreale, che ritenevo lisergica, notevole in un film del genere.
Al di là degli aneddoti, quello che rimane è un film cazzaro anni '50 come ce n'erano molti, con un fattori di divertimento in più rispetto a tutti i suoi contemporanei e un finale bellissimo.
A questo si aggiunga un protagonista (Price) involontariamente molto ben riuscito (dovrebbe essere il buono, ma in realtà un capace e intelligente medico pacato e gentilissimo che diventa un potenziale assassino psicotico senza frenesie o cliché cinematografici classici e che rimane comunque il personaggio positivo che risolverà la situazione).
PS: qui sotto alcune delle pubblicità dell'epoca.
Diciamo subito le cose come stanno: non c'è nessun mostro di sangue in questo film.
Detto ciò siamo davanti a un horror con il presupposto più folle e naif che ricordi; ma fa specie che questo presupposto non sia neppure la cosa più assurda del film. Più assurdo è il rapporto patologico fra Vincent Price e la moglie (che sfrutta per un esperimento sulla paura fingendo di volerla uccidere... e il giorno dopo sembra non essere successo niente) o il modo in cui il padrone del cinema prende la notizia della morte della moglie. In ogni caso l'assurdità è tutta nella trama... Ma il nocciolo del film non è lì...
Castle, il regista fece approntare in molti cinema USA delle sedie con un impianto per dare una piccola scarica elettrica (chi ha detto "Matinee"?) da utilizzare nel finale, dove la creatura entra in un cinema a seminare il panico e in cui c'è l'apice del metacinema anni '50 (per quello che mi riguarda), con la pellicola che sembra distruggersi, l'ombra del tingler che passa sullo schermo (muovendosi al ritmo della musica del film muto proiettato nel cinema), una voce che invita tutti gli spettatori a gridare per non venire uccisi.... poi avverte che il tingler è stordito e possono ricominciare la proiezione (e il film riparte dal momento in cui la pellicola si era rotta). Pare evidente che l'intero film sia stato ideato per quest'unica scena, non mi è dato sapere se abbia avuto il successo sperato, ma lo sforzo produttivo per realizzare qualcosa del genere supera di gran lunga la cazzaraggine che ci è voluta per pensarla. Anche perché mi pare difficile riuscire a raggiungere un tale livello di sovrapposizione fra filme realtà, dove la stessa paura che provano gli spettatori finti dovrebbe essere quella degli spettatori veri... in definitiva un applauso.
C'è anche un altro (famoso) dettaglio che Castle utilizzò per colpire il pubblico. In un'unica sequenza un rubinetto butta sangue al poste dell'acqua e una vasca da bagno è pieno del liquido rosso. In un film in bianco e nero, quel sangue è l'unico dettaglio colorato, con un effetto decisamente efficace, soprattutto alla fine di una lunga (e ridicola) sequenza di "paura" totalmente senza suoni (effettivamente mal fatta, ma di una ingenuità molto divertente). L'effetto del colore dà una punta di surreale, che ritenevo lisergica, notevole in un film del genere.
Al di là degli aneddoti, quello che rimane è un film cazzaro anni '50 come ce n'erano molti, con un fattori di divertimento in più rispetto a tutti i suoi contemporanei e un finale bellissimo.
A questo si aggiunga un protagonista (Price) involontariamente molto ben riuscito (dovrebbe essere il buono, ma in realtà un capace e intelligente medico pacato e gentilissimo che diventa un potenziale assassino psicotico senza frenesie o cliché cinematografici classici e che rimane comunque il personaggio positivo che risolverà la situazione).
PS: qui sotto alcune delle pubblicità dell'epoca.
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