lunedì 5 dicembre 2016

Snowden - Oliver Stone (2016)

(Id.)

Visto al cinema.

La vicenda del caso Snowden vista attraverso gli occhi del protagonista; inutile dire per chi tifi il regista (il finale con il vero Snowden è un capolavoro di retorica liberal).
Al netto dell'intento smaccatamente politico Oliver Stone decide di raccontare la storia attraverso la descrizione di un personaggio e l'idea si rivela vincente. Raccontare l'ennesimo thriller politico con le consuete dinamiche sarebbe lavoro banale, ma fattibile; raccontare la vicenda complessa che basa tutte le sue dinamiche sul fumoso mondo della rete e della raccolta dati, in cui la violenza è tutta nella violazione della privicy, beh tutto questo sarebbe semplicemente suicida. Stone decide di virare recisamente e spostare l'attenzione dalla vicenda (chi fa cosa a chi, chi è il cattivo e chi la vittima) sul protagonista; un giovane che si trova (viene proprio dichiarato) nel meccanismo come un contabile del periodo nazista; non sta facendo nulla di male, aiuta la sua patria, ma per farlo aggira ogni regola con il plauso dei superiori. Un protagonista non ideologizzato, ma "normale", con più dubbi che certezze e una nausea in costante aumento per quello che fa, nonostante ciò che fa continua a fargli avere l'ammirazione dei colleghi e nuove posizioni di rilievo.

La regia è sempre la stessa, con fotografia curata, inquadrature sghembe, giochi di montaggio classici per Stone; decisamente dalle parti dei suoi film anni '90... tuttavia il ritmo è incredibilmente rallentato. La storia si segue volentieri e le oltre due ore si fanno seguire bene, ma uscendo dalla sala si ha la sensazione di averci messo più del dovuto.

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