lunedì 26 dicembre 2016

La rosa di Bagdad - Anton Gino Domeneghini (1949)

(Id.)

Visto in DVD.

La figlia del Califfo vuole scegliere il futuro sposo fra tutti coloro che raggiungeranno la capitale. Un mago malvagio vuole prendere il potere tramite il matrimonio eliminando tutti pretendenti prima che arrivino in città. Un ragazzo senza mezzi riuscirà a salvare la situazione.

Questo è il film che si contende il trofeo di primo lungometraggio d'animazione europeo con l'altro italiano "I fratelli dinamite". Tecnicamente fu iniziato prima ma durante la seconda guerra mondiale è inutile dire dei ritardi di produzione, fu poi inviato a Londra per il technicolor. Le uscite al cinema avvennero a distanza di pochi mesi, forse meno. Onestamente il primato conta poco, possono tranquillamente condividerlo.
La sostanziale differenza fra i due è che il film dei fratelli Pagot è una cavalcata anarchica in un mondo surreale, mentre qui siamo più dalle parti del canonico cartoon favolistico in un ambiente esotico.
L'animazione è decisamente discontinua (non credo che debba sorprendere, la guerra non rallenta solo la produzione, ma avrà inficiato la lavorazione nel suo complesso), ma presa nell'insieme decisamente buona, i disegni sono rotondi e dolci a metà tra la Disney (a cui sembra attingere a piene mani) e l'animazione sovietica.
Buona la gestione degli elementi magici che rendono godibile una storiella piuttosto sdolcinata. E se la messa in scena nel complesso non è originale qualche picco d'idee originali riesce ad ottenerlo (si pensi alla sequenza dei serpenti incantati dal flauto, degna di Fleischer).

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