(Valley of the Dolls)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Tre ragazze con il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo (...beh a dire il vero solo una lo sogna, una ne entra a far parte per caso, la terza è solo troppo bella per non farne parte); ognuna di loro riuscirà a sfondare (chi più chi meno), ma ognuna pagherà a caro prezzo il successo.
Film sul prezzo della fama e su come le vite dorate dei divi possano non essere davvero dorate; niente di nuovo in definitiva. Ma questo è un film curioso. La trama è incredibilmente scontata; pur con tematiche potenzialmente graffianti non riesce mai ad uscire dal prevedibile, non riesce mai a colpire davvero e si risolve in un enorme melodrammone dal numero di sfighe incalcolabile con chiusura morale.
Risulta però incredibile come esistano film che, pur non essendo riusciti, azzecchino perfettamente lo spirito del periodo. Questo film è uno di questi, l'estetica funziona perfettamente (fotografia, colori, costumi, acconciature, interni, ecc...) e riesce a essere un manifesto incredibile degli anni '60 dell'upper class americana. L'effetto è aiutato anche da un paio di momenti arty (messi in mezzo a una regia altrimenti mobile il giusto, ma senza guizzi), come quello del training e la pubblicità, che potrebbero essere delle opere di video art radical chic sixties.
Complessivamente un film godibile, con alcune pesantezze di troppo. Si fa irrimediabilmente enfatico nel finale melodrammatico dove perde ogni verosimiglianza.
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