(Man of a Thousand Faces)
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
La vita di Lon haney, poche scene dell'infanzia e poi l'età adulta dagli spettacoli come clown al grande successo, mostrando soprattutto il rapporto combattuto con la prima moglie e l'amore incondizionato per il figlio.
Filmone erculeo che santifica la figura di Lon Chaney, immagino che all'epoca fosse ancora piuttosto quotata.
La prima parte si focalizza sul rapporto di coppia andando dritto verso la banalità del solito film melodrammatico; stucchevole, ma gradevole.
Nella seconda parte migliora nettamente; vengono mostrati alcuni minuti della Hollywood dell'epoca d'oro, si vira verso una galleria di personaggi dal gusto freak (non bisogna però aspettarsi Tim Burton, siamo pur sempre negli anni '50) e si introduce una devastante, grottesca, ironia sulla voce (o sulla sua mancanza) come leit motiv della vita (e della morte) di Chaney.
Complessivamente è un'operazione hollywoodiana in senso di superficiale e ad ampio spettro, stucchevole ed enfatica che azzecca solo i momenti più generalisti e rende poco il personaggio (anche se un porzione è dedicata alla cura che l'attore metteva nel costruire i suoi personaggi e la sua cassetta per il trucco); però il finale strappalacrime con il passaggio di consegne e la carrellata di volti, per me, è riuscita in maniera efficace.
Bravissimo Cagney, che fa tutto quello che può e anche quello che non può per recitare con ogni segmento del corpo (ottimo nella prima parte soprattutto per l'impegno, bravo nella seconda), ma non ha la presenza scenica dell'originale.
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