mercoledì 24 aprile 2019

La nave dolce - Daniele Vicari (2012)

(Id.)

Visto in Dvx.

A 20 anni circa dal grande esodo di albanesi giunte sulle coste di Bari, anche Daniele Vicari gira un documentario. Inevitabile per me fare un paragone con il contemporaneo "Anija" che ho visto diverso tempo fa.
Se "Anija" voleva dare un'idea dei rapporti fra Albania e Italia negli anni '90 (voleva raccontare la storia di tutta l'emigrazione albanese che è durata per tutto il decennio), Vicari si concentra sul singolo episodio, rappresentativo di un evento storico più ampio, ma che permette anche di indagare più nel dettaglio modi e motivazioni di quella fuga di massa, così come le reazioni da parte dell'Italia.
Quello che salta di più all'occhio è la contrapposizione totale che Vicari realizza fra stato centrale (entità mai davvero definita che parla solo con la dura e accusatoria voce di Cossiga) e governo locale (parla poco, ma viene descritto in maniera illuminante).

A livello di immagini, meno repertorio, ma una cura maggiore nelle interviste. Alternanza di dettagli (gli occhi, le mani) e mezzibusti, tutti su sfondo neutro con una splendida luce a illuminare i volti.

Infine il lavoro più raffinato è quello operato sui suoni (come già succedeva nei migliori momenti di "Diaz"); durante le interviste il rumore del mare o il vociare delle persone riprende quanto viene raccontato dai protagoniste sottolineandolo e aumentandone l'effetto.

Un documentario meno emotivo di "Anija", ma più curato.

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