(El espíritu de la colmena)
Visto in Dvx.
Spagna anni '30, una bambina rimane colpita dalla visione del "Frankenstein" di James Whale. Immaginerà la creatura di Frankestein come reale e, con la sorella, lo immaginerà come un fantasma che vive in un cascinale fuori dal paese. Quando, esplorando la casa nei campi, vi incontrerà un uomo (un combattente della guerra civile) e lo scambierà per la creatura.
Un film che osserva l'infanzia e con lo sguardo puro, ma confuso di quell'età, cerca di intersecare più piani; l'allegoria del mostro isolato dalla società (che la bambina non riesce a cogliere, non capisce il perché della morte della creatura e della bambina nel film), la vita favolistica dei bambini e la guerra civile spagnola (con un affiancamento di idee e visioni che sembra arrivare fino a Del Toro).
Per farlo il regista si appropria di una visione naturalista, esonera ogni dubbio metafisico e dilata i tempi a dismisura. Affascina il film, ma annoia allo stesso modo.
Se l'introduzione del contesto storico è il vero valore aggiunto dell'opera, e le da spessore e ne aumenta l'intelligenza, la serie di allegorie (a cui si aggiunge anche quella delle api) sembra più che altro un lavoro intellettuale, tanto infantile (negli intenti) quanto complesso; quasi surreale negli accostamenti arditi.
In poche parole un film che sembra più un unicum che non un figlio dei suoi tempi (anzi, mi chiedo quanto la guerra civile fosse argomento così facile nella Spagna ancora franchista), interessante e senza fronzoli, ma scarno e intellettuale.
Nessun commento:
Posta un commento