domenica 27 dicembre 2020

Jallikattu - Lijo Jose Pellissery (2019)

 (Id.)

Visto su amazon prime.


Un bufalo scappa dal macello, era destinato al banchetto di nozze di un riccastro locale. Al macellaio si associano sempre più persone alla ricerca del bufalo, tutti sperano che, prendendolo, possano ricevere una parte della carne come ringraziamento per l'aiuto. La situazione sfuggirà presto di mano, con centinai do persone (l'intero villaggio) che darà la caccia al bovino in un parossismo di follia e violenza, con la coppia di (pseudo) protagonisti che arriveranno allo scontro diretto per concludere con un finale iperbolico fuori da ogni logica.

Film sorprendente dove la fuga di un docile ruminante viene da subito gestita come le scene di tensione de lo squalo, con l'animale che compare all'improvviso come una tempesta e altrettanto rapidamente scompare, con gli umani che partono ragionevoli per divenire sempre più estremi, bestiali, sporchi e numerosi. Con l'arrivo delle scene in notturna la qualità della regia aumenta (l'arrivo con le torce è bellissimo, il recupero nel pozzo è gestito magnificamente e poi c'è la montagna del finale) mentre la trama si fa sempre meno importante  e sempre più pretestuosa mentre porta avanti un discorso fatto di azione e di corpi disgiunto dal motivo iniziale. Il già citato finale, assurdo eccessivo ed estetizzante è ragionevole per la piega presa dalle cose. I dialogo sono inversamente proporzionale al caos sottolineando la disumanizzazione dei personaggi.

Film atipico nella vasta cinematografia indiana (anche per il minutaggio contenuto) che spicca per qualità di scrittura e di regia (cioè, sul serio, scrivere scene come quelle rimanendo seri e farle venire fuori bene è un mezzo miracolo).

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