domenica 20 dicembre 2020

Mank - David Fincher (2020)

 (Id.)

Visto su Netlfix.


La storia dello spunto e la realizzazione della sceneggiatura di "Quarto potere" da parte del Mankiewicz meno famoso (almeno oggigiorno) è la scusa per Fincher di entrare nel territorio del cinema che parla della produzione cinematografica che potrebbe diventare un genere a sé negli stati uniti, ma ovviamente c'è anche molto di più.

Fincher è un signore della regia, sa come si costruiscono le immagini, le scene e le sequenze, sa come mettere in armonia macchina da presa, fotografia e montaggio, sa come e cosa chiedere agli attori. Lo fa dagli anni '90 almeno, figuriamoci dopo 30anni d'attività. "Mank", quindi è bellissimo.

Esteticamente siamo dalle parti della maggior qualità possibile con una bianco e nero d'epoca e un utilizzo delle luci anni '40 gustosissimo che diventa passione nerd quando ci sia accorge che anche le tecniche di dissolvenza sono prese a piene mani da quelle dell'epoca raccontata. Questo è l'idea di fondo vincente, raccontare la genesi di un film d'epoca con gli stilemi dell'epoca. ovviamente ogni giochetto nerd rischia sempre di esplodere in faccia a chi lo costruisce e anche Fincher ci arriva vicinissimo citando abbondantemente soluzioni e inquadrature direttamente da "Quarto potere" che, quando diventano troppo sfacciate ed evidenti sono stucchevoli. Al ,limite in certi momenti, ma Fincher riesce a fare tutto senza opprimere.

L'intento però, sembra quello di parlare di un mondo attraverso un suo personaggio, mostrare la collegialità dei film dell'epoca d'oro di Hollywood con i suoi intrighi di palazzo e le sue piccolezze, mentre, con l'altra mano, si cerca di decostruire il mito intoccabile di Welles e del suo primo film. Anche qui un rischio di risultare arroganti enorme che viene mitigato da una vis entusiasmante e da un'ironia continua.

Quello che latita però è l'efficacia, del film. Tutto funziona bene, ma tutto insieme è eccessivo, lungo, laborioso e con un'obiettivo fumoso, un gigioneggiare nelle sue sequenze buffe e ben scritte senza affondare mai, senza andare mai al punto. Nella carriera di chiunque sarebbe un mezzo capolavoro, ma in quella di Fincher costellata di capolavori veri e film ottimi questo rimane nella sfera dei secondi, anzi, diventa un'occasione mancata.

6 commenti:

Lory ha detto...

Quarto potere mi manca e ho intenzione di recuperarlo, questo non è possibile, non ho Netflix.

Lakehurst ha detto...

Beato te che potrai goderti Quarto potere per la prima volta.
Questo bello, e un film di Fincher val sempre la pena, ma se hai possibilità di vederne altri suoi non perdi troppo

Lory ha detto...

The social network è quello che mi è piaciuto di più di quelli visti, Seven, L'amore bugiardo, Fight Club non mi hanno preso eccessivamente devo essere sincera, film molto amati in generale, non propriamente quelli che mi hanno lasciato qualcosa.
The social network lo ritengo un gran film.

Ti ho lasciato qualche commento, non so se i commenti su post vecchi ti vengono segnalati ( non ne capisco)
Ciao!

Lakehurst ha detto...

Seven sarà sempre un mio personal cult, ma credo sia un ottimo film a prescindere (anche se sono anni che non lo rivedo). Fight club capolavoro assoluto, film americano degli anni '90 assieme a pulp fiction (sto estremizzando un poco).

Lory ha detto...

Seven l'ho rivisto da poco in TV e non ho cambiato idea rispetto alla mia prima lontanissima visione, certo un bel film, ma non di quelli che annovero tra i filmoni.
Con Fight Club ho dialogato con diverse persone che l'hanno visto, non riuscivano neanche loro a spiegarmelo nonostante lo elogino in modo esagerato. Io credo di non averlo capito, pertanto non l'ho apprezzato, tra l'altro un po' violento...
Credo abbia a che fare con il suo doppio, nel tempo ho letto qualcosa, ma difficilmente lo rivedrei.

Emery D ha detto...

Great reading yoour post