(Id.)
Visto su Amazon prime.
Gli alieni arrivano sulla terra. Più che pacifici sono silenziosi, se ne stanno sulle loro (inquietanti) astronavi e aspettano. Gli esseri umani tentano di comunicare, ma manca un linguaggio comune che andrà trovato.
Un film di fantascienza con gli alieni che diventa una sorta di thriller linguistico per concludersi con un colpo di scena sul significato della vita che rimette in gioco tutte le immagini viste finora.
Preso da un racconto (fantastico) di Ted Chiang il film ne rielabora la parte concettualmente più impegnativa e meno quella filologica in senso stretto ed è un peccato, ma veniale (odio chi giudica un film per le differenze dal libro, ma con Chiang non sono riuscito a non pensarci tutto il tempo).
Trampolino di lancio per il Villeneuve fantascientifico a cui (sinceramente) non avrei dato due lire, invece il canadese ci sguazza da dio, costruisce tutto il mood sulle immagini ieratiche dai colori cerulei curiosamente degne delle copertine Urania (quelle più serie non quelle cazzare) con venature alla Magritte che dettano il tono di tutto il film e se lo portano sulle spalle anche più della brava e pacata Amy Adams.
Se l'intero film si poggia sul comparto visivo che sostiene il gelido thriller compreso fra linguistica e geopolitca il family drama così come il twist finale riescono a dare ulteriore profondità alla sceneggiatura dando qualcosa che ci si può portare dietro oltre la fine del film. Non ci sarà azione o alieni completamente visibili, ma più di così cosa si può volere?
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