(Dead poets society)
Visto in DVD.
Peter Weir mi da sempre l'idea di fare film facili, di largo consumo, entro certi limiti prevedibili (tutto quanto detto finora non vale, ovviamente, per "Picnic a Hanging Rock"), in cui però veicola sempre un messaggio tutt'altro che Hollywoodiano. In questo caso è la certezza della morte, quanti film ci ricordano, seriamente, di non essere altro che cibo per vermi? e in questo film Weir non fa altro dall'inizio alla fine, senza neanche nasconderlo troppo. Poi certo parla tanto di libero pensiero, di omologazione di libertà, di arte e creatività contrapposti al lavoro sicuro eccetera... ma da quando compare Robin Williams fino al suicidio tutto questo è sottolineato dalla presenza costante della morte. Solitamente il carpe diem è sempre sostenuto, cinematograficamente, dalla necessità di prendere in mano la propria vita, non dal fatto che domani si muore e che quindi è meglio vivere oggi.
Lo stile poi è adatto, Weir non ha pretese di autorialità, lui fa ciò che deve con i mezzi giusti rimanendo però invisibile; una invisibilità che è da lodare viste le scelte continue che fa, visto i giochi di simmetrie ed i movimenti di camera che inserisce.
Non è un capolavoro, ma certo questo è un ottimo film.
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