Visto al cinema.
Ad un certo punto del film compare una
scritta che avverte che si sta ancora guardando un film tratto da una storia
vera… ed è una scritta utile, perché questo sembra un documentario sul caos e
sul caso, scritto dai fratelli Coen sotto testosterone.
Non sono un estimatore di Bay che
considero un buon realizzatore di film inutili (ma non ho mai visto Bad boys…),
ma qui decisamente esagera… e per questo centra l’obbiettivo.
La storia di questi tre culturisti stupidi
in maniera impareggiabile (“io credo nel fitness”) è surreale e sgangherata, il
tentativo di diventare ricchi con un rapimento diventa fin da subito una farsa
nera e cattiva che, incredibilmente, è tratta da fatti reali.
Ecco il primo colpo di genio è la
sceneggiatura. in una storia reale che sembra un film dove le scene si
susseguono quasi senza soluzione di continuità, l’unico modo per uscirne bene è
spingere l’acceleratore fino in fondo. La storia è esagerata e pompata come i
suoi protagonisti, caotica in ogni inquadratura, spinta sul meta
cinematografico di bassa lega (i protagonisti si ispirano al mondo del crimine
cinematografico classico per i delitti, senza rendersi conto di essere parte di
un involontario film comico). La critica nei confronti del machismo pop mutuato
proprio da un certo cinema di cui Bay fa parte è poderosa, ma non ci si
dimentica di mostrare che non sono loro ad essere sbagliati, sono tutti così,
le vittime sono molto più carogne di loro (viene detto apertamente dall'unico
personaggio positivo del film), i protagonisti si limitano ad essere idioti. La
critica è estrema e non si ferma davanti alla “morte” dei protagonisti nelle
scene finali/titoli di coda.
Ecco da uno script così tutto ci si può
aspettare tranne che Michael Bay lo diriga. Questo è un film che critica i
fruitori, le idee e gli stilemi dei suoi film… evidentemente Bay è un uomo
intelligenti e fa un’operazione raffinata, creare un film figo, parodiando se
stesso allo stremo e criticando gli effetti collaterali di quello che fa
relegandoli solo ad essere le conseguenze senza importanza di un alvoro
altrimenti pulito. Inoltre in questa bufera di coglioni c’è un personaggio pulito,
un uomo duro, d’altri tempi, non forte fisicamente, ma moralmente, il sempre
roccioso (e old style) Ed Harris, che qui da una leggera controbilanciata di
sensatezza.
Ma dicevo di Bay, che qui realizza il
suo film più piccolo e cheap (anche se in senso molto relativo) di sempre, ma
quello che ci mette è tutto il suo cinema, esagerato come il film richiede. Immagini
patinate, luce sempre piena, colori ipersaturi in un contesto anni ’90 che più
anni ’90 non si può (c’è pure Wahlberg che rimane in mutande… mutande di Calvin Klein ovviamente), in più ci aggiunge le sue velleità registiche (fermo immagini;
scritte; piani sequenza “dal buco della serratura” in CG che non disturbano, ma
anzi si fanno accettare benissimo; dettagli insistiti; ecc…) che rendono
perfettamente il clima generale in una regia ipertrofica e postmoderna (sostituendo
con dei sinonimi, culturista e anni ’90).
Un film con momenti comici notevoli, momenti
trash talmente insistiti che accumulati insieme non possono funzionare, momenti
WTF che diventano cifra stilistica. Probabilmente fatto da chiunque altro o
tentando di renderlo un minimo meno cazzaro questo film sarebbe diventato una
porcata… così è un film perfetto, perfetto e tamarro.
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