Visto in tv.
Kung fu panda è stato il punto di
svolta della DreamWorks; una storia un poco più complessa del solito,
un’animazione molto buona, un’estetica generale impeccabile con l’aggiunta
della solita comicità che in quel film funzionava in maniera particolarmente
mirata. Con questo seguito le cose da una parte si livellano (se già il primo
aveva alla base la solita storia di riscatto qui c’è la consueta genitorialità
mancata, il ritorno alle origini e più in generale lo sviluppo della storia
come un viaggio unico);dall'altra parte però il film diventa un po più
raffinato del precedente.
In primo luogo l’incipit è, ancora una
volta, un corto bidimensionale, ma in questa occasione è un rifacimento sulla
base dei giochi d’ombra cinesi (ed è eccezionale), poi lo stile da cartoon 2d
che era l’intro del primo film viene esteso a rappresentare tutti ricordi
(riuscendo così a coniugare la necessità di differenziarli con la voglia di
imporre un’ombreggiatura ed uno stile orientale anche nel personaggi).
In secondo luogo il film appare molto
più dinamico del precedente (nel primo c’era la necessità del training che qui
si può evitare), molto maggiori le scene d’azione, decisamente più rapide e con
piani sequenza continui che mostrano tutti i personaggi.
Infine ci sono le idee nuove. Il
cattivo è tutto sommato un po debole (curioso che in tutti e due gli episodi
gli antagonisti siano bianchi), quello contro cui ci si scontra è la modernità
foriera (come nel west) di novità letali e senza morale. Vi è inoltre la
continua ricerca di inquadrature inusuali, scene e comicità originali (la scena
del dragone finto unisce tutte queste caratteristiche), i già citati piani
sequenza e, per la prima volta, una diminuzione della comicità. In una parola,
più cinema d’azione ben realizzato e meno commedia.
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