Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
Mah…
Io adoro lo stile di Anderson che anche
in questo film si ripresenta, impeccabile e pulito più del solito, più lento
nello sviluppo, si prende i suoi tempi e realizza il solito suo film perfetto.
Però non posso nascondere che lo apprezzo particolarmente quando è veloce come
in tutti i suoi film precedenti, tanto più ne “Il petroliere”, dove la potenza
autoriale si univa ad una trama di tutto rispetto.
In questo film dunque c’è il solito
Anderson, ma al rallentatore, piacevole, ma di per se meno fruibile. Il vero
problema è che a questo si unisce una trama tra le più irrisolte e sospese
della sua carriera (che nessuno dica che la trama di “Ubriaco d’amore” è
irrisolta e sospesa!).
La storia di un marinaio dalle scarse
capacità mentali che viene preso in simpatia da un oscuro santone di una
filosofia/religione negli anni ’50 è un ottimo incipit, ma così rimane.
Elegantissimo lo sviluppo dello script e molto elegante la disanima dei due
protagonisti, ma sembra non portare da nessuna parte. Hanno un bel affaccendarsi
i due attori principali nel dare profondità ai personaggi meglio delineati
degli ultimi anni, inventano voci, gesti, posizioni del corpo e danno vita a
due uomini realistici al massimo, ma anche qui ci si schianta contro
l’apparente inutilità dello sforzo.
Un buon film, che però finisce in un
nulla. Un bellissimo nulla comunque.
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