Visto al cinema.
La vita di una famiglia viene sconvolta
dalla morte improvvisa del padre/marito, la madre e la figlia rimarranno da
sole in preda alle incomprensioni reciproche; durante il funerale però arriva
il misconosciuto fratello del morto che si insedierà in casa loro. La seduzione
che l’uomo tenterà sulla cognata sarà tanto evidente quanto l’effetto seduttivo
indiretto verso la nipote. Ma tanto come in ogni buon film le cose saranno
molto più complesse e quando cominceranno a succedere fatti inspiegabili tutto
verrà spiegato.
Ogni tanto Park fa un film cazzaro,
poi però ci prova a recuperare. Il film precedente è un
fallimento (e pure quello prima in verità), quindi questo doveva venire fuori bene…
Intanto la sceneggiatura è un
magistrale rifacimento del classico impianto fiabesco (nel senso di fiaba alla maniera psicanalitica) tutto basato in maniera evidente al passaggio all'età adulta (che alla
fin fine è l’evidente senso del film); ma tutto calato in un ambiente torbido
come pochi, con un ritmo che nella prima parte si rifà ampiamente ai climi di
sospetto e suspense dei film di Hitchcock (dai che ci abbiamo pensato tutti a “L’ombra del dubbio”).
Poi il colpo d’occhio è fenomenale, con
una scelta di location, abiti e stile della fotografia che rendono il film una
storia fuori dal tempo; se non fosse per la presenza del cellulare la storia
potrebbe essere ambientata in un’epoca a caso fra gli anni ’40 e i giorni
nostri (perfetto in questo senso il cast con questi volti classicheggianti che potrebbero
appartenere ad ogni tempo).
Infine Park. Alla regia si sa
quello che è capace di fare; estetizzante in maniera totale ed innamorato dei
movimenti di macchina è sempre una festa per gli occhi. In questo caso poi si
diverte a giocare in maniera insistita con i topos classici dell’horror (si
pensi ad esempio all'assurda cantina con la luce che si muove). Non ci sono
scene particolari da sottolineare perché tutto il film è encomiabile; mi piace
però sottolineare la scena iniziale, tutta giocata su immagini leggermente
sfocate e tagliate in dettagli, che solo nel finale riveleranno tutto quello
che non si vede (che avviene fuori scena e che viene rivelato mostrando solo
pochi secondi in più di quanto fatto vedere fin dall'inizio).
Quando Park Chan Wook ha in mano una
buona sceneggiatura crea sempre un grande film.
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