Visto in tv.
Un omuncolo sciocco e pieno di (Sordi) è in continuo fallimento, sposato ad
una ricca e intelligente industriale milanese ne sfrutta il nome (Valeri), ma
viene continuamente vessato da lei. Durante un viaggio della moglie il treno su
cui lei dovrebbe essere deraglia. Sordi proverà per 24 ore la sensazione della
sua ricca vedovanza e gli piacerà. Quando la moglie si farà viva (non era su
quel treno) progetterà quindi di rimanere realmente vedovo.
Divertente commedia di un Risi in piena
forma che alle battute classiche affianca un umorismo nero che in Italia si
vede tuttora molto poco. La storia si dipana in un mondo grottesco dove tutti
sono stronzi o stupidi o avidi o profittatori o più cose insieme, solo uno
degli innumerevoli personaggi è tutto sommato un uomo buono, ed è il marchese,
ma ovviamente sarà proprio a lui che occorrerà il gesto più empio del film.
Il film si compone di una galassia di
macchiette (e non di personaggi veri e propri), ma ben costruite, che si
incastrano a vicenda in maniera invidiabile e che tirano fuori il meglio da
ogni attore. La Valeri si butta con classe nella sua signorina snob con il 70%
di stronzaggine in più. Sordi dal canto suo interpreta il suo solito piccolo
borghese stupido e cocciuto, pieno di se, ma misero e pavido (e pure piuttosto
fascistello); niente di nuovo, ma qui la macchietta è perfettamente integrate
nell'ambiente e Sordi ci sguazza con grazia non comune.
Infine non si può non sottolinea
fortissimo come questo sia un film bellissimo. Esteticamente parlando. Una
fotografia in un bianco e nero così pulita e perfetta, ma soprattutto un uso
delle luci fantastico che arriva in un paio di momenti (il ritorno della Valeri
dopo l’incidente e la notte in cui viene messo a punto il piano) ad avvicinarsi
all'espressionismo. Bellissimo.
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