(Id.)
Visto al cinema. La storia è quella del rapporto d’amore fra Jung ed una sua paziente e, in disparte, il rapporto fra lo psicanalista svizzero e Freud…
Che dire; Cronenberg non rinuncia ai suoi topoi classici, dalla malattia mentale al sesso visto i chiave grottesca come trait d'union fra le persone e non in ultimo i corpi modificati ed esposti dalla malattia (anche se a onor del vero c’è molta meno carne in questo film rispetto ad un qualunque fotogramma dei suoi titoli passati)…
Beh poi direi anche che lo stile è quello esteticamente impeccabile e asciutto che caratterizza il regista canadese negli ultimi film…
Poi che aggiungere, che i personaggi sono ben delineati e Freud interpretato da Mortensen (che in questo film stranamente non mostra le chiappe) è fantastico. E il rapporto fra i due che da vate e discepolo passa ad un costante e lento raggelarsi fino alla disistima reciprocamente messa nero su bianco è forse la cosa migliore e meglio riuscita di tutto il film…
Poi che altro… mi pare basta; no perché alla fine del film ci si arriva chiedendosi dove volesse andare a parare Cronenberg. Si arriva alla fine di un film splendidamente confezionato che mette sullo sfondo la vicenda umana di ude personaggi di peso magnificamente scritta, ma che non dice nulla, che gira in tondo per un’ora e mezza per poi concludersi con un nulla di fatto. Un’occasione sprecata.
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