Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
In un futuro distopico un gruppo
di guerriglieri deformi si ribella ai simboli della bellezza e della salute
rapendo la figlia di un magnate di biscotti dietetici. Purtroppo anche tra i
freaks non tutti sono realmente ciò che sembrano e durante il viaggio che deve
condurli al pianeta deputato per lo scambio cominceranno a farsi fuori a
vicenda.
Il primo film di De la Iglesia è
un compendio di tutto quello che verrà dopo. Ci sono deformità fisiche e
mentali, c’è un continuo ribaltamento del concetto di buono, c’è splatter ed
un’accenno di action, c’è ironia e grottesco, c’è il graduale distruggersi
vicendevole dei personaggi, ci sono dei titoli di testa imbarazzanti ma
soprattutto c’è l’idea di mondo che verrà poi riproposta in maniera
praticamente continua nel suo cinema. In questo film infatti i rappresentanti
del bello sono o dei nazisti mancati o degli idioti completi, a dimostrazione
che la bellezza esteriore non corrisponde all’interiorità; tuttavia i
guerriglieri freak sono tanto mostruosi fuori quanto dentro, dimostrando una
stupidità fuori dal comune o una crudeltà degna degli antagonisti di questo
film (se non di più) e uno spregio per la vita umana quasi invidiabile; in
poche parole, come al solito nei film di De la Iglesia, il brutto esteriore
corrisponde all’interno e in una società dove tutto è negativo a vincere non
sono i buoni, ma i meno peggio (se va bene) o in alternativa vince solo chi ha
più fortuna.
Detto ciò devo ammettere che il
film è troppo idiota anche per me. L’ambiente creato è esagerato e la trama
diluita per metterci in mezzo quante più amenità è possibile annoia abbastanza.
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