Visto al cinema.
Non ci proverò neanche a spiegare
la trama di questo film, basti sapere quello che tutti sanno, ci sono 6 storie
ambientate tra il 1800 e il 2300 in cui si muovono le esistenze di diversi
personaggi, tutti collegati fra loro non solo a livello spaziale, ma anche
temporale, in maniera diretta (chi in un capitolo è il martire di una
rivoluzione nel successivo è il dio di una religione, il componimento musicale
di uno verrà ascoltato nel capitolo successivo ecc..), in maniera spirituale
(la voglia a forma di stella cometa), in maniera emotiva (in ogni storia c’è
sempre un nocciolo centrale formato dall'amore di una coppia, che è sempre la
stessa anche se cambiano le fattezze) ed in maniera genetica (ogni attore
interpreta diversi personaggi che inevitabilmente si somigliano).
Ecco detto ciò direi che si può
dire senza eufemismo che ci si trova davanti ad un’opera colossale con
ambizioni enormi. Se a questo si aggiunge che è un progetto europeo e
totalmente indipendente capitanato dallo splendido Tykwer a cui si associano i
Wachowski; beh, siamo dalle parti del mito. Il risultato però bisogna ammetterlo
è sotto le aspettative. I difetti sono evidenti fin da subito, diversi problemi
nella sceneggiatura (il capitolo della nuova Seul, incredibilmente simile a
Matrix è anche eccezionalmente debole e dovrebbe essere la spia dorsale del
film), un film lungo ed estremamente ostico alla comprensione rendono un’opera
grandiosa qualcosa di vicino ad un successo mancato. Si, successo mancato
perché di fatto non è il film epocale che poteva essere.
Tuttavia io l’ho trovato
grandioso lo stesso. Al netto dei difetti prima citati (a cui si può aggiungere
un trucco che non è sempre all'altezza del proprio compito o alcuni eccessi nel
cast complessivamente buono) quello che si ottiene è un filmone.
Tre ore di film che però tiene
botta dall'inizio alla fine, passano i minuti senza che ci si renda conto e le
sei storie hanno il tempo di dipanarsi con grazia. Sei storie che sono quasi
tutte complete, indipendenti e che potrebbero divenire opere a sé, che si
distinguono per tono, significato e genere cinematografico (idea ancora più
arrogante del resto), ambientante in luoghi incredibili dalla potenza visiva
invidiabile. Sei storie connesse fra loro da fili sottilissimi (quelli citati nella
spiegazione della trama) che non devono essere tali perché il significato
ultimo non è che siamo tutti connessi nel tempo da ampie evidenze scientifiche,
ma siamo connessi in maniera sottile e non matematica, qualcosa che è più
percepibile che dimostrabile (questo punto è spesso visto come una pecca, a mio
avviso ciò non è, ma è fuori discussione che si tratti dell’ennesimo colpo
d’arroganza).
L’ultimo colpo di genio e di
audacia è collegare visivamente le storie fra di loro non solo con il cast
identico, ma con la regia. Il montaggio diviene parte integrante del racconto
come non mai e affianca le diverse vicende con l’assonanza delle scene più che
con tagli netti al termine di una sequenza completa, in maniera tale che per la
scena dedicata ad un epoca da il tempo di mezza inquadratura per poi fare dieci
minuti per la storia successiva. Il racconto diventa ostico da vedere, ma
estremamente affascinante nello svolgersi e denota una voglia folle di fare un
cinema che non si ripieghi costantemente sul già visto in fatto di messa in
scena e denota altresì un incredibile fiducia nel pubblico.
Che poi i pregi del film non sono tutti qui, c'è anche tutto un magma di citazioni trasversali più o meno evidenti che vanno dalla letteratura (Solženicyn), ai film (Soylent green) ai manga (tutto l'episodio a neo Seul), che sono comunque solo i più evidenti (chissà quanti altri più sottili ce ne devono essere) e che costituiscono non un nozionismo fine a se stesso, ma vogliono significare qualcosa, si paragonano con quanto accade (o accadrà o è accaduto) per dargli significato.
Che poi i pregi del film non sono tutti qui, c'è anche tutto un magma di citazioni trasversali più o meno evidenti che vanno dalla letteratura (Solženicyn), ai film (Soylent green) ai manga (tutto l'episodio a neo Seul), che sono comunque solo i più evidenti (chissà quanti altri più sottili ce ne devono essere) e che costituiscono non un nozionismo fine a se stesso, ma vogliono significare qualcosa, si paragonano con quanto accade (o accadrà o è accaduto) per dargli significato.
Che poi le singole storie
trattino di rivoluzioni compiute dalla consapevolezza acquisita da un solo
personaggio è un classico dei Wachowski, non disdegnato da Tykwer, che fa sempre piacere vedere riproposto.
2 commenti:
Un film ambiziosissimo, concordo, ma che alla fine si è rivelato più "semplice" del previsto, perché costruito su emozioni assai condivisibili.
Mi è piaciuto davvero molto, però ora vorrei rivederlo in inglese!
già, è un film che è stato decisamente sottovalutato e bistrattato rispetto a tutto quello che offre.
La lingua originale è effettivamente da consigliare anche per sentire come è stata realizzata in inglese la lingua del futuro (molto irritante in italiano)
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