Visto in DVD.
SPOILER ALERT
Un industriale del tabacco
(Belmondo) che vive nelle isole della Reunion cerca una donna per motivo
matrimonio con un’inserzione su un giornale. Una ragazza francese risponde
all'annuncio e dovrà raggiungerlo alle Reunion. Sulla nave però la donna sembra
non esserci, la Deneuve però gli si palesa e ammette l’inganno che gli ha
fatto, ha spedito una foto diversa per paura e quando è arrivato il momento di
ammettere la cosa non ha più avuto il coraggio di dirglielo ed ora si trova
costretta a questo show down imbarazzante. Dato che nel cambio c’ha guadagnato,
Belmondo, non trova nulla da ridire, i due si sposano e si amano tantissimo;
almeno finché lui non le da la possibilità di prelevare dal su conto privato;
il giorno dopo lei scompare con tutti i soldi. La sorella della donna che
avrebbe dovuto sposare arriva alle Reunion e avverte Belmondo che la Deneuve
non è la ragazza che aspettava; i due si rivolgono ad un investigatore privato
per ritrovare la ladra. A quanto pare Belmondo è più abile perché trova per
primo la Deneuve che gli racconta una storia strappalacrime e lui se ne
ri-innamora; ora però devono fuggire tutti e due dall'investigatore privato.
Film noir che ribalta le regole
del genere americano (peccato che ignori gran parte dei polar classici) con una
femme fatale tutto sommato vittima lei stessa; con un mondo dove non è
difficile amare, ma rimanere innamorati; ma soprattutto con una cadenza da
tragedia greca che è il vero dettaglio vincente. È da tragedia greca che sia
proprio Belmondo a dare l’abbrivio alla loro disfatta creando il proprio
antagonista; è da tragedia greca il finale in cui lei lo avvelena, ma lui, pur
sapendolo, la lascia fare per amore; è da tragedia greca la lotta contro un
destino già segnato fin dall'inizio (ok, questo è anche da noir tout court).
Tutti questi dettagli uniti ad un noir che mischia cliché con alcuni
ribaltamenti rende il film veramente interessante. A questo poi si possono
aggiungere diverse buone idee, dal dialogo di Belmondo con il direttore della
banca montato sulle scene in cui lui sta ancora guidando per raggiungere la
banca; il fatto che si renda conto dell’avvelenamento guardando una strip di
Biancaneve; oppure ancor quel sapore tutto Langiano per cui ogni uomo nasconde
dentro di se un assassino (che in effetti è uno dei concetti che il noir ha
rubato alle opere del regista tedesco).
Il problema è però la fattura
della sceneggiatura, possibile che i dialoghi siano così didascalici e
demagogici (per esempio nel loro primo reincontro in Francia)? È possibile che i
loro sentimenti riescano ad essere così assoluti, ma a cambiare anche con una
inversione completa in pochi secondo (un po’ in tutto il film, ma soprattutto
nel finale)? Questo sommato ad una certa visione scontata del tema amoroso e ad
una qualità delle immagini che è maledettamente figlia dei suoi anni (il che
vuol dire pessima), riduce un potenziale capolavoro in un buon film. E basta.
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