Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.
Dicesi Donkey Punch la pratica
sessuale per cui alla donna, presa da recto, si applica un grattone a livello
cervicale nel momento dell’acme del rapporto, affinchè la possente pacca faccia
perdere conoscenza alla partner causando una contrazione del pavimento pelvico
che aumenti il piacere dell’uomo… non si sa bene se faccia piacere anche alla
donna, ma tant'è.
Da una base così profonda le
possibilità di vedere un gran film non erano esattamente ai massimi livelli.
Eppure…
Tre ragazze inglesi in libera
uscita in Spagna incontrano quattro ragazzi inglesi che le ospitano sullo yacht
che utilizzano; li la droga la farà da padrona, così come il sesso e dunque
l’inevitabile applicazione del titolo. C’è bisogno di dire che il donkey punch
avrà conseguenze estreme? Non credo. Ciò che ne vien fuori dopo è un gioco al
massacro fra i componenti del gruppo, ognuno più o meno normale, ognuno con la
propria buona ragione per comportarsi in quel modo, ognuno che reagisce al
panico in maniera diversa.
Quello che bisogna dire subito è
che il film vira verso il thriller splatter fin da subito. Detto ciò voglio
aggiungere che in questa nicchia è un grande film. Nel cinema assoluto è invece
un film buono. La tensione è decisamente ottimale, l’inquietante si palesa fin
dall'inizio, ma niente viene concesso per almeno mezzora, il film si prepara
lentamente mostrando le personalità dei protagonisti solo per disattendere le
aspettative poco dopo. Una volta che il casino si compie invece non ce n’è più
per nessuno e si scatena un homo homini lupus straordinario, preciso,
fantasioso nel mischiare continuamente le carte e nei modi di finir male. Per
gli amanti del genere sarà uno spasso.
Per chi non ama il genere posso
rimettermi giacca e cravatta e commentare positivamente una fotografia
ragionata ed esteticamente bella; posso sottolineare l’ottima regia
considerando gli spazi angusti offerti dalla barca; ma soprattutto un applauso
per l’uso dell’ambiente che avrebbe soddisfatto anche Hitchcock, senza
esagerare lo yacht diventa parte integrante della storia rappresentando di
volta in volta, una prigione, una via di fuga, un mezzo per chiedere aiuto, uno
strumento di morte, tutto viene usato dalla sala motori, al gommone di
salvataggio (a conti fatti è proprio questo che Hitchcock considerava come
l’uso drammatico dell’ambiente).
Si insomma complessivamente un (inaspettato)
ottimo film di genere.
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