Visto in Dvx.
Se una famiglia è composta da Oliver Reed come padre e da
Bette Davis come zia, va da se che la casa delle vacanze che hanno affittato si trasformerà in un incubo kingiano. Si perché cominceranno a
succedere cose, cose interne alle persone stesse, sentimenti mutevoli, scoppi
di rabbia improvvisi, ossessioni mai avute, stanchezze croniche e la totale
impossibilità ad andarsene.
Il film grida “SHINING” dalle prime immagini con la famiglia
in macchina che va a vedere la casa che dovranno tenere in ordine per l’estate
in cambio di un una affitto bassissimo e smette di gridarlo con l’ultima
inquadratura sulla foto della famigliola. Poi uno si ferma un attimo e ci
arriva subito che questo “Burnt offering” è di uno anni più vecchio di
Shining e allora il film comincia a gridare “PLAGIO”. Devo anche dire che in
diversi punti mi ha ricordato il pregevole “The skeleton key”, ma più che altro
per il mood generale e non per un’evidente debito tra i due.
Comunque sia è un filmetto che di paura ne fa ben poca e di
tensione altrettanta, se non possono essere escluse delle buone idee,
soprattutto la vecchia madre che nessuno vede mai o la casa autonoma, nel
complesso è un film che non avvince. Scontato dire che c’è Bette Davis e
pertanto c’è un motivo d’interesse di per se (l’ho voluto vedere solo per
questo motivo), ma nella parte della vecchia zitella NON acida è proprio
sfruttata poco e non ha possibilità di esprimersi a dovere; di fatto si spreca
una delle cose migliori del film in questo modo.
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