Visto in Dvx.
Film di giornalismo con le cadenze di
un superbo noir, tutto poggiato su due epicentri. I due protagonisti che,
ognuno a modo suo, sono due personaggi archetipici e perfetti. Tony Curtis è
l’uomo affamato di successo disposto ad umiliare gli altri e se stesso pur di
giungere in vetta, ma che, come in ogni buon noir, è destinato alla sconfitta e
ai giochi ironici del destino; interpretato da Curtis in maniera perfetta (considerando quanto lo odio come attore che ritengo essere poco più di un insipido
caratterista belloccio degno di un Jersey Shore degli anni ’40), il fatto che
abbia trovato perfetto il suo volto e la sua gestualità per questa parte è un evento epocale. Dall'altra parte c’è un Burt Lancaster (ovviamente perfetto,
come sempre quando deve recitare una parte importante) titanico, immerso in un ambiente e in un personaggio shakespeariano; un uomo potente e tracotante che
domina gli altri solo se riesce a consumarli, distruggerli o controllarli; un
uomo intelligente, ma arrogante, che nel momento della vendetta diventa
completamente cieco e distrugge tutto, anche se stesso, per poter gustare una
ripicca esagerata; un personaggio del genere sarebbe stato perfetto per Orson Welles.
Buona la regia tutta giocata sulle
ombre più che sulla luce; strepitosa la sceneggiatura dove ogni dialogo è un
incontro di boxe senza esclusione di colpi.
Un film veramente notevole, con
dinamiche umane ben costruite. Chi ama il noir amerà questo film.
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