lunedì 7 ottobre 2013

Ro.Go.Pa.G. - Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti (1964)

(Id.)

Visto in DVD.

Quattro episodi per altrettanti registi circa il tema, piuttosto vago, della fine del mondo.

Il primo episodio “Illibatezza” di Rossellini mostra lo stalkeraggio di una giovane hostess da parte di un maniaco (all’acqua di rose, non si pensi a nulla di estremo) che cambierà idea solo quando lei si dimostrerà più emancipata (e zoccola). Filmetto che definire con aggettivi 
dispregiativi pare un’esagerazione, si limita ad essere inutile con alcuni tratti patetici.

Il secondo episodio “Il nuovo mondo” di Godard. Una sorta di epidemia (in realtà è l’effetto di un’esplosione atomica) si diffonde per parigi causando apatia, aridità dei sentimenti ed incomunicabilità. Direi che il cazzeggio mentale tipico di un certo cinema di Godard c’è tutto, ma purtroppo manca completamente l’arte. Non ci sono intuizioni nuove, idee avvincenti o anche solo un’intenzione di fare qualcosa da “regista”.

Il terzo episodio è “La ricotta” di Pasolini. Questo è l’episodio per cu ancora ci si ricorda di questo film. Un regista americano (Orson Welles) sta dirigendo un film sulla passione di Gesù a Roma. Fra interviste, riprese immobili e momenti di attesa, si muove una comparsa che cerca di recuperare più cibo possibile per sfamare prima la famiglia, poi cerca di mangiare anche lui. Quando finalmente riuscirà diventerà un’attrazione per tutto il cast tecnico ed artistico, che cominceranno a dargli cibo come ad un animale al circo. Una volta messo sulla croce (la comparsa interpreta uno dei due ladroni), morirà… Film eccezionale, estetizzante fin dalle prime inquadrature in bianco e nero, si fa eccesso (in senso comunque positivo) nelle scene a colori delle deposizione dalla croce rubate alle pale d’altare di Rosso Fiorentino e Pontormo. Pasolini fa un film per immagini e lo infarcisce di ideologia, ironia, di opinioni personali camuffate, di citazioni artistiche d’ogni tipo, di uso della musica come sottolineatura o come paradosso e di un’infinita dose di poesia. Film molto bello, l’unico motivo per cui valga la pene di recuperare RoGoPaG.

Ultimo episodio è “Il pollo ruspante”, di Gregoretti. La giornata di una famigliola che investita dal sogno del posto fisso non si rende conto di essere imprigionata in una serie di obblighi sociali che la borghesia richiede. Episodio tanto ideologico quanto urlato. Se per tutto l’episodio si cerca di sostener e un tema (cosa di per se irritante), il fatto che la tesi venga detta apertamente all’autogrill direi che peggiora solo le cose. Tognazzi fa il suo lavoro con onestà e gliene va dato il merito. Tutto sommato il meno peggio fra i tre episodi inutili.

Nessun commento: