Visto in DVD.
Quattro episodi
per altrettanti registi circa il tema, piuttosto vago, della fine del mondo.
Il primo
episodio “Illibatezza” di Rossellini mostra lo stalkeraggio di una giovane
hostess da parte di un maniaco (all’acqua di rose, non si pensi a nulla di
estremo) che cambierà idea solo quando lei si dimostrerà più emancipata (e
zoccola). Filmetto che definire con aggettivi
dispregiativi pare
un’esagerazione, si limita ad essere inutile con alcuni tratti patetici.
Il secondo
episodio “Il nuovo mondo” di Godard. Una sorta di epidemia (in realtà è
l’effetto di un’esplosione atomica) si diffonde per parigi causando apatia,
aridità dei sentimenti ed incomunicabilità. Direi che il cazzeggio mentale
tipico di un certo cinema di Godard c’è tutto, ma purtroppo manca completamente
l’arte. Non ci sono intuizioni nuove, idee avvincenti o anche solo un’intenzione
di fare qualcosa da “regista”.
Il terzo
episodio è “La ricotta” di Pasolini. Questo è l’episodio per cu ancora ci si
ricorda di questo film. Un regista americano (Orson Welles) sta dirigendo un
film sulla passione di Gesù a Roma. Fra interviste, riprese immobili e momenti
di attesa, si muove una comparsa che cerca di recuperare più cibo possibile per
sfamare prima la famiglia, poi cerca di mangiare anche lui. Quando finalmente riuscirà
diventerà un’attrazione per tutto il cast tecnico ed artistico, che
cominceranno a dargli cibo come ad un animale al circo. Una volta messo sulla
croce (la comparsa interpreta uno dei due ladroni), morirà… Film eccezionale, estetizzante
fin dalle prime inquadrature in bianco e nero, si fa eccesso (in senso comunque
positivo) nelle scene a colori delle deposizione dalla croce rubate alle pale d’altare
di Rosso Fiorentino e Pontormo. Pasolini fa un film per immagini e lo infarcisce di
ideologia, ironia, di opinioni personali camuffate, di citazioni artistiche d’ogni
tipo, di uso della musica come sottolineatura o come paradosso e di un’infinita
dose di poesia. Film molto bello, l’unico motivo per cui valga la pene di
recuperare RoGoPaG.
Ultimo episodio
è “Il pollo ruspante”, di Gregoretti. La giornata di una famigliola che
investita dal sogno del posto fisso non si rende conto di essere imprigionata
in una serie di obblighi sociali che la borghesia richiede. Episodio tanto
ideologico quanto urlato. Se per tutto l’episodio si cerca di sostener e un
tema (cosa di per se irritante), il fatto che la tesi venga detta apertamente
all’autogrill direi che peggiora solo le cose. Tognazzi fa il suo lavoro con
onestà e gliene va dato il merito. Tutto sommato il meno peggio fra i tre
episodi inutili.
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