(The little shop of horrors)
Visto in DVD.
Da un fioraio di periferia, un dipendente mezzo idiota, porta una pianta strana che ha trovato... Presto si accorge che la pianta per crescere ha bisogno di sangue (e tra le altre cose parla pure), e dopo un pasto cresce a dismisura...proporzionalmente cresce la sua fame.
Piccolo gioiello di surreale comicità spicciola anni '50, che si avvale di una trama assurda ma splendida, di una struttura assolutamente libera e di una serie di gag inutili ma completamente inaspettate (come il cliente che mangia i fiori); non fa mai ridere, ma mantiene un tono, un livello stabile per tutta la sua durato fin nel non porevedibilissimo finale.
Non è certo privo di difetti, i personaggi (più che altro il protagonista) sono talvolta esagerati e ripetitivi e presenta alcuni inserti che tentano di strappare risate ma risultano solo patetici (come il becchino masochista, cameo, questo, di Jack Nicholson).
Complessivamente il film funziona, più che altro perchè non si sa dove voglia andare a parare e quindi non può fallire gli obbiettivi. Rappresenta il Corman più libero e anarchico possibile, non soffocato da patetiche scenografie gotiche o da assurde storie di brividi che riecheggino o copino Poe; qui siamo di fronte a semplice intrattenimento surreale.
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